2015-02-05 13:32:00

India: arrestati 200 cristiani che protestavano per attacchi a chiese


In India, circa duecento cristiani sono stati arrestati ieri a New Delhi, nelle vicinanze della casa del ministro dell'Interno Singh, mentre manifestavano per chiedere maggiori tutele. Un’iniziativa organizzata dall’arcidiocesi locale dopo il rogo di una chiesa e gli atti di vandalismo contro i luoghi di culto cristiani; episodi che sono aumentati in modo esponenziale nell’arco degli ultimi due mesi. Benedetta Capelli ha raccolto il commento di padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews:

R. – Ormai stiamo assistendo ogni giorno ad attacchi a chiese, Ostie profanate, altari distrutti, edifici bruciati e cristiani arrestati con l’accusa di aver fatto conversioni forzate… C’è veramente una situazione in cui si sta manipolando sempre di più l’India e la sua Costituzione, che è un Costituzione laica, a favore invece di un nazionalismo indù, che soffoca - sempre di più - le altre comunità religiose, soprattutto cristiani e musulmani.

D. – Quindi possiamo dire che da maggio, quando c’è stata l’affermazione dei nazionalisti nelle elezioni, l’intolleranza religiosa è cresciuta?

R. – E’ cresciuta tantissimo, anche perché il primo ministro Narendra Modi è salito al potere con l’appoggio di tutti questi gruppi nazionalisti e spesso fondamentalisti, militanti anche violenti e armati che ora stanno presentando il conto a Narendra Modi: vogliono essere protetti ma allo stesso tempo si sentono più sicuri e attaccano in modo molto più forte. Ci sono due cose molto preoccupanti: la prima è che si vogliono moltiplicare a tutti i costi queste leggi anticonversione, in cui – appunto – si bloccano in tutti i modi le conversioni dall’induismo alle altre religioni, mentre non si verifica mai se le conversioni dalle altre religioni all’induismo sono fatte attraverso pressioni sociali, attraverso donazioni di denaro ed altro. Quindi è una legge a senso unico. L’altra cosa è quella di volere rivedere tutta la cultura indiana, tutta l’educazione e i libri di scuola, perché osannino sempre e soltanto l’induismo e la nazione indù.

D. – Eppure l’educazione è garantita proprio dalla presenza di istituti e scuole cristiane, che ovviamente si mettono a disposizione anche degli indù…

R. – Ma certo! La Chiesa cattolica ha decine e decine di scuole, di college, di università e offre questo servizio a tutta la popolazione. Credo che una statistica di alcuni anni fa dicesse che oltre il 60 per cento delle persone che frequentano le scuole cattoliche – per esempio l’università - sono non cristiani. In più c’è un grande contributo dei cristiani alla dignità della donna e all’istruzione delle donne: tutto questo rappresenta, appunto, un servizio enorme aperto a tutti, che invece viene continuamente sospettato di proselitismo.

D. – L’India nelle mani degli estremisti indù che cosa potrebbe rappresentare per l’intera area, a livello proprio di libertà religiosa?

R. – C’è stata una personalità cristiana che ha detto: c’è il timore che l’India diventi come il Pakistan e, attraverso un rafforzamento di questi gruppi violenti indù, c’è il rischio che si possa arrivare a delle guerre religiose o a violenze sempre più grandi nei confronti di cristiani e di musulmani, c’è la possibilità che si rompa il tessuto della convivenza in India. Questo diventa un problema anche per l’economia indiana: proprio mentre l’India sta cercando di diventare sempre più un partner internazionale di tutte le economie del mondo, praticamente va a finire che si chiude in una gabbia costruita da sé, bloccando quindi lo sviluppo del Paese.








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