2015-02-11 12:07:00

Madonna di Lourdes. Antonino Grasso: luogo di ricerca di Dio


Migliaia di pellegrini affollano oggi Lourdes nel giorno in cui la Chiesa ricorda l'apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous avvenuta l'11 febbraio 1858. Tra i fedeli tanti sono i malati giunti nella cittadina francese ai piedi dei Pirenei: oggi si celebra infatti anche la Giornata mondiale del malato. Sul rapporto tra guarigioni e fede, ascoltiamo Antonino Grasso, mariologo, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Luca di Catania, al microfono di Luca Collodi:

R. – Parlando dei miracoli che avvengono a Lourdes, una fondamentale constatazione che dobbiamo fare è questa: Lourdes non è una clinica o un laboratorio, ma prima di tutto ed essenzialmente è un luogo di preghiera, di ricerca di Dio, di conversione. Il pellegrinaggio a Lourdes contribuisce a far prendere coscienza della prospettiva escatologica in cui si muove il cristiano, tra l’oscurità della fede e la sete di Dio, tra la limitatezza del tempo e l’aspirazione ad una vita senza fine, tra la fatica del vivere e la brama della felicità. Il significato di Lourdes, perciò, è soprattutto spirituale: il suo segreto misterioso è in Dio, che con la sua grazia, attraverso Maria, si fa compagno di viaggio del suo popolo, pellegrinante tra pericoli e affanni. Solo in questa prospettiva si possono comprendere le guarigioni di Lourdes e cioè solo nel loro esclusivo significato di esplicitazione visibile di questa presenza operante e confortante del Dio Salvatore, nel loro essere – come scriveva il vescovo di Lourdes, mons. Perrier – come tanti sassolini che aprono una strada verso il cielo. E segno visibile di tutto questo è la sorgente dell’acqua della grotta, mezzo di tante guarigioni, ma prima di tutto simbolo del rinnovamento e del lavacro sacramentale del Battesimo e della Confessione. Con la sua sorgente, Lourdes visualizza simbolicamente la promessa del Signore rivolta ad ogni creatura: “l’acqua che Io gli darò, diventerà in lui sorgente che zampilla per la vita eterna”. Il cuore dell’uomo, ferito dal peccato, perduto nel deserto della siccità spirituale e fisica, è simboleggiato dalle erbe amare e dal fango. Ma in fondo a questo cuore può ritornare la vita stessa di Dio, significata dalla sorgente.

D. – Chi va in pellegrinaggio a Lourdes, soprattutto i malati, non nascondono la loro speranza spirituale e corporale. Tra l’altro vi sono molte guarigioni a Lourdes che la Chiesa ha riconosciute come miracolose…

R. – Sì. In realtà ogni anno accorrono a Lourdes circa 80 mila malati di ogni genere: portatori di handicap, invalidi, malati terminali o cronici, dializzati… Insomma una moltitudine di umili e di afflitti che sin dalle origini non ha mai cessato di accedere alla Grotta delle apparizioni e alla sorgente miracolosa. Nel contesto di questo pellegrinaggio, alcuni di loro sono stati immediatamente, inspiegabilmente e completamente liberati dalle loro gravi malattie. Dal 1858, anno delle apparizioni, fino al 2013 la Chiesa ha riconosciuto, come dovute al solo intervento di Dio e quindi miracolose,  69 di queste guarigioni. Sebbene dobbiamo dire che negli archivi di Lourdes sono conservati migliaia di dossier di guarigioni inspiegabili… Analizzando queste guarigioni dobbiamo dire che i 69 miracolati appartengono a tutte le fasce di età, sono in maggioranza donne e provengono da sei nazioni diverse. Le guarigioni non si sono verificate tutte allo stesso posto: alcune sono avvenute nelle piscine, altre davanti alla Grotta o sulla scalinata della Basilica del Rosario o durante la processione pomeridiana del Santissimo Sacramento. Addirittura due guarigioni – quella di Pierre de Rudder e della bambina siciliana Delizia Cirolli – sono avvenute nei loro Paesi di origini e quindi a centinaia di chilometri da Lourdes, confermando che l’acqua, portata dai malati al ritorno in patria, provoca guarigioni anche ben lontano dal santuario. Le ultime due guarigioni miracolose sono state riconosciute in Italia.








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