Il Signore “come martiri li accolga”. Con queste parole, pronunciate con grande commozione, Papa Francesco ha voluto cominciare, come anticipato ieri, la Messa del mattino a Casa S. Marta, nel ricordo dei 21 cristiani copti decapitati da miliziani dello Stato islamico. Anche la Congregazione per le Chiese Orientali si unisce in un comunicato al dolore del “popolo egiziano”, pregando Maria Regina della pace perché, scrivono, “ottenga la conversione del cuore dei violenti, susciti sagge decisioni in seno alla comunità delle Nazioni e doni ai popoli del Medio Oriente e dell'Ucraina la riconciliazione e il ritorno ad una serena convivenza e una pace duratura”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Sgozzati per il solo motivo di essere cristiani (…) Il Signore come martiri li accolga”.
Agnelli condotti al macello, tutti rivestiti della tuta arancio squillante, il macabro abito sacrificale che il mondo ha imparato a conoscere. Avanzano in fila indiana sulla spiaggia, tenuti per il collo dagli aguzzini senza volto in tuta nera. Poi la marcia finisce nel punto in cui lo spettacolo della morte deve avere inizio, sullo sfondo da cartolina del Mediterraneo.
Set di morte
Chi guarda vede adesso uomini messi in ginocchio,
la testa china, le labbra che si muovono nell’unica invocazione che può attenuare
la paura e che diventa un atto di fede, di coraggio e di dignità senza misura. Quello
che chi guarda non vede, ma non è difficile immaginare dalle inquadrature, è il raggelante
dispiego di mezzi predisposto dalla regia. Movimenti di macchina, dolly, panoramiche
frontali e dall’alto per riprendere in totale e in dettaglio, con la giusta luce e
i giusti tempi della narrazione televisiva, lo sgozzamento a sangue freddo di 21 persone
sulla riva del mare.
Erano solo cristiani
Questo, e purtroppo anche il resto, ha visto chi ha
voluto guardare quei 4 crudeli minuti del video messo in rete. Una scena che ha colpito
al cuore Papa Francesco, il quale – come promesso ieri – ha aperto la Messa del mattino
con un nuovo pensiero per le vittime della ferocia jihadista:
“Offriamo questa Messa per i nostri 21 fratelli copti, sgozzati per il solo motivo di essere cristiani. Preghiamo per loro, che il Signore come martiri li accolga, per le loro famiglie, per il mio fratello Tawadros, che soffre tanto”.
La chiesa dei martiri egiziani
Tawadros II è il Patriarca della Chiesa Copta Ortodossa
che ieri ha ricevuto la commossa telefonata di Francesco, ma anche la visita del presidente
al-Sisi e di numerose altre personalità, fra cui l’incaricato d’affari della nunziatura
vaticana. E se il Papa è e resta profondamente ferito da questo fatto di sangue, l’Egitto
è sotto choc. Il governo ha stabilito il lutto nazionale per sette giorni. Il presidente
al-Sisi ha disposto che lo Stato costruisca una chiesa dedicata ai martiri della Libia
nella città di Minya, da dove provenivano gran parte dei copti decapitati.
Sussurrando il nome di Gesù
Ma sulle tante parole di dolore, che in tanti casi
cercano sfogo nella vendetta, in queste ore, una su tutte – quella del vescovo copto
cattolico di Giuzeh, Anba Antonios Aziz Mina – mostra una grande sintonia con Papa
Francesco mentre si sofferma con grande rispetto sul sacrificio dei 21 cristiani,
ripreso e lanciato all’Occidente come un sanguinoso insulto. “Il video che ritrae
la loro esecuzione – riferisce il presule egiziano all’agenzia Fides – è stato costruito
come un'agghiacciante messinscena cinematografica, con l'intento di spargere terrore.
Eppure, in quel prodotto diabolico della finzione e dell'orrore sanguinario, si vede
che alcuni dei martiri, nel momento della loro barbara esecuzione, ripetono ‘Signore
Gesù Cristo’. Il nome di Gesù è stata l'ultima parola affiorata sulle loro labbra.
Come nella passione dei primi martiri, si sono affidati a Colui che poco dopo li avrebbe
accolti. E così hanno celebrato la loro vittoria, la vittoria che nessun carnefice
potrà loro togliere. Quel nome sussurrato nell'ultimo istante è stato come il sigillo
del loro martirio”.
“Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva, perché tu sei mio baluardo e mio rifugio; guidami per amore del tuo nome”.
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