2015-02-17 11:47:00

Chiesa e abusi, il lavoro del Centro per la protezione minori


Rafforzare il programma "e-learning", le attività di ricerca e le collaborazioni con altre istituzioni: sono questi gli obiettivi della nuova fase del Centro per la protezione dei minori, presentate ieri all’Università Gregoriana di Roma. Un messaggio di augurio è arrivato anche da Papa Francesco. Il servizio di Benedetta Capelli:

"I am certain that your work will bear fruit…
Sono sicuro che il vostro lavoro porterà frutti. Chiedo al Signore di accompagnarvi e alla Vergine Madre di Dio di proteggere voi tutti. E, per piacere, vi prego di non dimenticarvi di pregare anche per me. Fraternamente, Papa Francesco".

E’ il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, a leggere il messaggio inviato da Papa Francesco: un segno del profondo interesse del Pontefice nella lotta alla pedofilia all’interno della Chiesa. Nato nel gennaio 2012 a Monaco di Baviera, sulla spinta del convegno organizzato alla Pontificia università Gregoriana “Verso la guarigione e il rinnovamento”, il Centro per la protezione dei minori è da ieri entrato in una nuova fase. La sede è ora a Roma e gli obiettivi ancora più centrati dopo tre anni di sperimentazione del programma "e-learning" che ha visto coinvolti dieci Paesi su quattro continenti. Chiaro dunque l’intento del Centro, “una struttura di assistenza – ha detto il presidente padre Hans Zollner – che intende allargare la rete di partner secondo un principio di sussidiarietà”:

"Il Ccp (Centre for Child Protection) intende operare per la salvaguardia e il benessere dei minori e delle persone vulnerabili, all’interno della Chiesa cattolica e nella società in genere, promuovendo misure preventive contro gli abusi sessuali di altro tipo e accrescendo la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di tali sforzi al fine di creare un ambiente sano e sicuro".

Nel raccontare l’impegno della Chiesa sul fronte degli abusi, il cardinale Sean O'Malley ha parlato di “risposte inadeguate” in passato e della non sufficiente consapevolezza della “devastazione provocata dalla pedofilia”. Oggi, le cose stanno cambiando in maniera importante ma è necessario continuare a lavorare:

"The Study has been a very important and helpful one. One of the hopeful signs of the Study is…
Lo studio che è stato fatto è molto importante e molto utile. Uno dei segni di speranza di questo studio è che da quando la Chiesa ha iniziato a occuparsi più seriamente della questione degli abusi sessuali, con monitoraggi, formazione umana e politiche adeguate, i numeri di questi casi hanno iniziato a ridursi drasticamente. Purtroppo, al di là del “Rapporto John Jay” (titolo completo "The Nature and Scope of the Problem of Sexual Abuse of Minors by Catholic Priests and Deacons in the United States", documento del 2004 commissionato al John Jay College of Criminal Justice dalla Conferenza episcopale statunitense, volto a studiare l'incidenza dei casi di abusi minorili all'interno della Chiesa cattolica), non esistono molti studi affidabili sui quali possiamo basarci. Saranno necessari una maggiore ricerca e programmi di educazione di massa per garantire la sicurezza dei minori nelle nostre istituzioni e nelle nostre parrocchie. Una maggiore informazione fornita ai vertici della Chiesa e la possibilità di avere contatti diretti con le vittime degli abusi, sono di fondamentale importanza. Ma forse la sfida più grave ruota intorno ai concetti di gestione della responsabilità, rispetto e controllo dei colpevoli. Il fatto di avere spostato il Centro della protezione dei minori a Roma rappresenta un grande contributo e farà sì che le persone che vi lavorano diventino attori importanti nella Chiesa universale, perché insieme lavoriamo per la protezione dei bambini, degli adolescenti e degli adulti vulnerabili".

Importante poi la presenza nella struttura del Centro per la prevenzione di componenti della Pontifica Commissione per la tutela dei minori. Una sinergia che può davvero aiutare nella lotta a questa piaga:

"Well, the Centre, like the Pontifical Commission, is not really here to deal with individual cases…
Il Centro, come la stessa Commissione pontificia, non ha lo scopo precipuo di trattare singoli casi, quanto stabilire le pratiche migliori, formare le guide e presentare politiche efficaci. Ma noi siamo particolarmente interessati a questo Centro perché esso può sensibilizzare le Chiese nei Paesi in via di sviluppo e nelle zone in cui tutta la questione di abuso dei bambini e dei minori non è al centro dell’attenzione della gente. Sono stato un vescovo missionario, ho iniziato nel 1984 nelle Indie Occidentali, il budget annuale allora della mia diocesi ammontava a 30 mila dollari l’anno. In Paesi di missione le risorse sono limitate e noi vorremmo intervenire aiutandole. In quanto presidente della Commissione, sto scrivendo a tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo chiedendo loro di nominare una persona di riferimento da contattare nell’ambito dei lavori di questa Commissione. Io so che le risorse di questo Centro potranno essere di rilievo nella sensibilizzazione delle Chiese in queste parti del mondo in via di sviluppo, dove le risorse veramente sono insufficienti e dove appena ora si sta iniziando a prendere coscienza della gravità di questo tema".

L’obiettivo del Centro, in questa nuova fase, è anche di realizzare un corso online più interattivo sul modello di “esperienza-riflessione-azione” della pedagogia dei Gesuiti. In programma anche un corso dedicato alla tutela dei minori, a partire dal 2016, all’Università Gregoriana, al fine così di creare esperti nella prevenzione e nel contrasto agli abusi. Ancora padre Hans Zollner:

"Una cosa che stiamo già facendo adesso è la revisione e una rimodulazione anche con una metodologia diversa del metodo di insegnamento on-line, cioè molto più interattivo, molto più semplice nelle parole e molto più stimolante a livello della visualizzazione. Inoltre, siamo in procinto di altre conferenze che stiamo organizzando. Una importante sarà su “Teologia e abuso”, un tema che, stranamente, negli ultimi 20, 30 anni, da quando si parla nella Chiesa di questi terribili fatti, veramente è stato trascurato: cosa ci dice Dio di fronte alla piaga del corpo della Chiesa e davanti al dolore delle vittime, davanti alla negligenza di alcuni vescovi, di alcuni provinciali e di fronte alla disumanizzazione di alcuni abusatori".








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