Far seguire alle parole azioni concrete: con questo invito i vescovi cattolici indiani hanno accolto le dichiarazioni del Primo Ministro indiano, Narendra Modi, che ha promesso l’impegno del suo governo a protezione delle minoranze religiose. “Accogliamo con favore le sue parole e aspettiamo ora passi concreti per fermare la violenza” ha detto all’agenzia Fides padre Joseph Chinnayyan, portavoce della Conferenza episcopale dell’India (Cbci).
Dopo le parole di Modi i vescovi attendono i fatti
Secondo il portavoce, le parole di Modi, in passato criticato per il silenzio di fronte
a episodi di violenza sui cristiani e sui recenti attacchi alle chiese di Delhi, “sono
dichiarazioni importanti: il premier ha ribadito che tutte le religioni in India hanno
gli stessi diritti, che siano maggioritarie o minoritarie; e che ogni individuo ha
la libertà di professare e diffondere la propria religione. Siamo felici per queste
parole che sono un messaggio a tutti, anche ai gruppi estremisti indù. Ora attendiamo
i fatti”.
Modi ha condannato le violenze anticristiane
Modi ha partecipato a un evento organizzato dalla Chiesa cattolica siro-malabarese
per ricordare la canonizzazione di due indiani, avvenuta lo scorso anno: già questa
sua presenza è stata accolta come un buon segnale. Nel suo discorso per l’occasione,
ha detto tra l’altro: “Condanno tutti gli episodi di violenza che hanno preso di mira
le minoranze religiose. Nessun gruppo religioso può incitare alla violenza. Il mio
governo assicurerà completa libertà di fede e non permetterà che alcun gruppo religioso,
appartenente alla maggioranza o alla minoranza, possa incitare all'odio contro gli
altri, apertamente o velatamente”.
Su 1,2 miliardi di abitanti dell’India, gli induisti sono il 75%, i musulmani sono
il 13% e i cristiani, di tutte le confessioni, circa il 4,5%; seguono altri culti
minoritari. (P.A.)
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