Alla vigilia della ripresa dei negoziati di pace in Sud Sudan, iniziati oggi ad Addis Abeba, in Etiopia, mons. Paulino Lukudu Loro, arcivescovo di Juba ha rinnovato l’appello alle due fazioni in lotta nel Paese a trovare una soluzione al conflitto armato scoppiato più di un anno fa.
Se questa guerra non finisce è la nazione
ad essere finita
“Se questa guerra non finisce è la nostra Nazione
ad essere finita”, ha ammonito il presule aprendo martedì nella capitale una conferenza
che ha visto riuniti i rappresentante di 64 tribù sud-sudanesi per discutere le possibili
vie di uscita della crisi. Tema dell’incontro, al quale sono intervenuti i tre governatori
delle regioni dell’Alto Nilo, Bahr al Ghazal e Equatoria, era appunto “Pace adesso
per le tribù del Sud Sudan unite contro la guerra". Mons. Lukudu - citato dalle emittenti
locali Radio Bakhita e Radio Tamazu - ha chiesto a tutti i sud-sudanesi un impegno
maggiore per porre fine alla violenza, lamentando il fatto che gli appelli dei leader
religiosi sono rimasti sinora inascoltati: “Il conflitto va risolto: questa è la parola
dei vostri leader religiosi, ma la guerra non è ancora finita”, ha detto.
Chiesa: la sospensione del voto contribuirà
alla pace
Dal canto suo mons. Edward Hiiboro Kusala, vescovo
di Tombura-Yambio, in un’intervista a Radio Anisa ha definito la sospensione delle
elezioni generali previste a giugno da parte del governo del Sud Sudan "uno sviluppo
positivo nell’interesse della pace nel Paese". Secondo mons. Kusala - riporta l'agenzia
Fides - nel corso della recente Assemblea plenaria della Conferenza episcopale del
Sud Sudan, era emersa la preoccupazione dei vescovi sui problemi che si sarebbe potuti
riscontrare se il governo di Juba avesse insistito nel tenere le elezioni quest’estate.
Il vescovo ha definito una scelta “saggia” la sospensione delle elezioni che permetterà
di organizzare il censimento della popolazione, di scrivere la Costituzione definitiva
e di affrontare le problematiche del periodo di transizione, in modo da effettuare
le elezioni in condizioni più stabili. Mons. Kusala ha invitato i fedeli a pregare
per la pace nel Paese durante la Quaresima e a contribuire alla pacificazione nazionale
mettendo al primo posto l’interesse collettivo sui meri interessi personali.
Quasi un milione e mezzo di sfollati interni
Il conflitto in Sud Sudan, indipendente dal 2011,
è scoppiato all’interno del partito di governo il Sudan People Liberation Movement
(Splm) e vede contrapposto l’esercito, fedele al Presidente Salva Kiir, e le truppe
fedeli all’ex vice-Presidente Riek Machar. Secondo dati diffusi a fine gennaio dalle
Nazioni Unite, il conflitto ha causato quasi un milione e mezzo di sfollati interni
e quasi 500mila profughi nei Paesi confinanti. (A cura di Lisa Zengarini)
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