La pace sociale dipende dalla buona salute delle nostre famiglie: questo il nucleo centrale della Lettera pastorale di mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, nelle Isole Mauritius, diffusa in vista della Quaresima. Intitolato “Famiglie, Dio vi ama”, il documento si sofferma, nella prima parte, sulle diverse situazioni che indeboliscono la vita familiare, provocando numerose sofferenze sia a livello individuale che sociale. “La mancanza di attenzioni e di tempo per il coniuge ed i figli – scrive il presule – causa grandi disagi che, spesso, rimangono nascosti”. Allo stesso modo, continua mons. Piat, “le tensioni tra genitori e figli provocano ferite difficili da sanare. E le separazioni, i divorzi, le seconde nozze lasciano molto spesso brucianti cicatrici sia nei coniugi che nei loro figli”.
Ascolto e vicinanza per le famiglie in difficoltà
Tutto questo, sottolinea il presule, porta a “situazioni
dolorose come quelle delle donne abbandonate che restano da sole a portare il peso
dell’educazione dei figli, o quelle degli uomini che rimangono smarriti di fronte
al fallimento della vita”. Non si possono poi ignorare – prosegue il vescovo di Port-Louis
– i fattori esterni che influenzano la vita familiare, come un contesto economico
in cui si riscontrano carovita, precariato, orari di lavoro massacranti. In queste
condizioni, dunque – è il richiamo del presule – alcune famiglie non riescono più
ad offrire ai loro figli la stabilità necessaria per uno sviluppo umano equilibrato.
E guardando alle tante sofferenze non esternate dalle famiglie per paura di essere
giudicate o respinte, mons. Piat esorta tutti ad assumere “un atteggiamento di ascolto
e vicinanza”, non di giudizio o di critica nei confronti di chi si trova in difficoltà.
Ascolto e vicinanza, infatti, spiega il presule “possono aprire le porte ad un dialogo
fiducioso, capace di portare le persone su un cammino di verità e di vita”.
Cuore della missione ecclesiale
Mons. Piat ribadisce, inoltre, che le parrocchie,
i sacerdoti, i religiosi ed i laici hanno un ruolo-chiave nel sostenere la famiglia.
Per questo, insiste il presule, è necessario che la missione ecclesiale si concentri
soprattutto sull’accompagnamento dei sofferenti, anche per chiarire quel “terribile
malinteso” che porta molti fedeli a percepire la Chiesa solo come “un insieme di regole
e di divieti” che, se non accettati, fanno sentire “emarginati”. È necessario, allora
– suggerisce mons. Piat – che la Chiesa “rimetta in discussione il suo modo di presentare
il Vangelo, la Buona Novella, alle famiglie”, così da essere pronta ad “uscire da
se stessa per raggiungere le persone nelle loro realtà concrete, facendosi prossima
ad esse, ascoltandole”. Tanto più che, continua il vescovo di Port-Louis, “il buon
pastore non è là per giudicare e decretare chi è in regola e chi no”.
Appello alle autorità civili: sostenere la famiglia
Nell’ultima parte, poi, la Lettera pastorale di mons.
Piat si rivolge alle autorità civili, chiedendo loro di “considerare la famiglia come
la risorsa più preziosa del Paese, facendo del suo sviluppo umano integrale una priorità
di ogni programma economico e sociale”. Infatti, i valori fondamentali della società,
come il rispetto della vita umana, il servizio verso gli altri e l’aiuto e l’accoglienza
nei confronti di tutti i componenti della società si imparano innanzitutto in famiglia,
dice il vescovo di Port-Louis, che poi aggiunge: “La pace sociale dipende dalla buona
salute delle famiglie”. Per questo, spetta allo Stato formulare ed attuare una politica
di sostegno ai nuclei familiari, mentre la Chiesa farà la sua parte “dialogando e
collaborando con le istituzioni statali”.
Garantire formazione adeguata e politiche sociali giuste
Quattro, in particolare, i settori legati alla famiglia
in cui è necessario moltiplicare gli sforzi: nella politica di abitazioni sociali
che “siano degne di questo nome”, così da aiutare i nuclei più poveri e combattere
contro “le pratiche fraudolente di chi si appropria di questi alloggi per arricchirsi
personalmente, affittandoli a prezzi esorbitanti”. Un altro settore cruciale è quello
dell’educazione e per questo mons. Piat chiede di dedicare particolare al fenomeno
dell’abbandono scolastico e di combattere più efficacemente gli effetti devastanti
della droga, “piaga della società”, mettendo in atto “una vigilanza più attiva e misure
più severe verso i veri responsabili”.
Difendere la vita sin dal concepimento
Un ulteriore ambito critico è quello del lavoro, per
il quale il vescovo mauriziano auspica “leggi e regolamenti che garantiscano, soprattutto
alle mamme con figli piccoli, di avere orari lavorativi più flessibili”, per favorire
la famiglia. L’ultimo settore in cui intensificare gli sforzi, conclude mons. Piat,
riguarda l’importanza e la protezione della vita umana in tutte le circostanze. “Auspico
– scrive il presule – che le leggi concernenti la famiglia si preoccupino innanzitutto
di proteggere la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Tutte le normative
che attentano alla dignità della vita devono essere bloccate, poiché indeboliscono
il tessuto morale della società”. (I.P.)
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