Ebrei e musulmani mano nella mano per formare un anello di pace intorno alla sinagoga di Oslo. E’ quello che la capitale della Norvegia ha potuto vedere sabato scorso, quando giovani musulmani della città hanno deciso di mostrare il loro sostegno alla comunità ebraica dopo l’attentato terroristico a Copenhagen. Il 15 febbraio Omar El-Hussein, ventiduenne danese di origine palestinese, ha sparato ad un convegno organizzato in ricordo della strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo e ancora nei pressi della sinagoga con un bilancio di due morti e 5 feriti.
L’iniziativa partita da giovani musulmani
“Vogliamo dimostrare che siamo al fianco del popolo ebraico e che vogliamo proteggerli
– ha detto a un giornalista dell’Afp la 26enne Atif Jamil, tra gli organizzatori dell’iniziativa
–. Non vogliamo estremisti in Norvegia che pensano di poter fare quello che vogliono
contro la gente comune”. “L’idea è quella di dire ai terroristi ed estremisti che
se vogliono ferire i nostri fratelli e sorelle devono prima passare attraverso di
noi. Vogliamo proteggerli”, ha dichiarato Atif Jamil aggiungendo che l’invito è aperto
anche ad altre confessioni di fede.
L’apprezzamento della comunità ebraica per la solidarietà dei giovani musulmani
Ervin Kohn, direttore della comunità ebraica, ha accolto l’iniziativa come un forte
segno di solidarietà, ma anche come un segnale per la società attraverso il quale
i giovani musulmani hanno voluto far sapere chi sono per non lasciare ad altri la
possibilità di etichettarli. La comunità ebraica ha anche accolto l’iniziativa della
catena umana come un fatto positivo, per ridurre soprattutto le tensioni e i pregiudizi
che esistono tra musulmani ed ebrei. Secondo gli organizzatori oltre 2mila persone
hanno partecipato alla catena umana ma in tanti sono venuti a vederla sabato pomeriggio.
La presenza dei musulmani in Norvegia
La comunità ebraica in Norvegia è una delle più piccole in Europa, con circa un migliaio
di persone, mentre la popolazione musulmana conta tra le 150mila e le 200mila persone.
Nel 2006 era stata la stessa sinagoga di Oslo, quella attorno alla quale si è formata
la catena di pace, lo scenario di un attacco armato, da parte dell’islamista Arfan
Bhatti, condannato per l’aggressione. Il dibattito sulla migrazione in Norvegia è
cresciuto poi quando l’estremista Anders Behring Breivik ha ucciso 77 persone nel
2011 per fermare l’immigrazione musulmana. Sulla scia del massacro il sostegno dell’immigrazione
nel Paese è aumentato; il 77% dei norvegesi ritiene che gli immigrati costituiscono
un importante contributo alla società. (C.S. - T.C.)
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