2015-02-24 13:25:00

Decine di cristiani rapiti in Siria da Is: con noi mons. Hindo


Otto civili, tra i quali cinque bambini, sono stati uccisi in Siria, vicino al confine con l'Iraq, in un bombardamento compiuto da miliziani curdi Peshmerga da oltre frontiera sulle postazioni del sedicente Stato islamico. Lo riferisce l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Il bombardamento e' avvenuto sul villaggio di Salima, nella regione di Jaza. Intanto viene confermato che almeno 90 cristiani assiri sono stati rapiti dall'Is in villaggi nel Nord-Est della Siria.  Un giovane di 17 anni è stato barbaramente ucciso. Il servizio di Fausta Speranza

Decine di cristiani assiri presi in ostaggio, le chiese bruciate o danneggiate. Un giovane di 17 anni trucidato. Più di 40 pick-up con a bordo miliziani jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) hanno attaccato i villaggi cristiani assiri nella provincia siriana nordorientale di Jiazira. Hanno preso il controllo di due villaggi: Tel Shamiram e Tel Hormizd. Ma hanno portato via famiglie anche da altri villaggi, come Tel Gouran e Tel Jazira. All'Agenzia Fides, mons. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico della vicina Hassaké-Nisibi, parla di offensiva dei jihadisti in una situazione di abbandono.  Cento famiglie assire che hanno trovato rifugio ad Hassakè, raccontano di non aver ricevuto nessun aiuto dalla Mezzaluna Rossa e dagli organismi governativi siriani di assistenza, forse perchè cristiani. I villaggi in questione, lungo le sponde del fiume Khabur, affluente perenne dell'Eufrate, fino a qualche tempo fa erano 35, fiorenti e molto popolati. Fondati negli anni Trenta del secolo scorso, avevano dato rifugio ai cristiani assiri e caldei fuggiti dalle persecuzioni in Iraq. Ma dall'inizio della guerra in Siria si erano quasi svuotati. Tel Hormuz da più di 4mila abitanti, negli ultimi mesi era passata a meno di trecento. Almeno 90 ma forse 100 cristiani assiri rimasti sono ora in mano all’Is.

 

Manuella Affiejee ha raggiunto telefonicamente mons. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi:

R. – Comme chrétiens dans la région…

Come cristiani nella regione, siamo 125-130 mila. Al momento si sono sparpagliati un po’ ovunque, ma la maggior parte dei cristiani sono a Hassakèe a Kahmishli. Molti sono emigrati, perché sono ormai più di quattro anni che c’è la guerra! Circa il 20-25 per cento sono emigrati... Ma non è possibile avere delle cifre esatte, perché tutti i giorni ci sono famiglie che emigrano. E l’unica strada per poter partire e andare via è in aereo da Kahmishli a Damasco: tutti, tutti per partire devono arrivare a Kahmishli a prendere l’aereo, uscendo così da questo blocco che abbiamo tutto intorno a noi; al nord la Turchia ha bloccato tutto, assolutamente tutto! Lasciano passare soltanto i camion, i daesh, cioè le truppe dell’Is, il petrolio rubato dalla Siria, il grano, il cotone…… Tutto questo può passare la frontiera, ma le persone non possono!

D. – Siete nel mirino degli jihadisti, ma ricevete aiuto umanitario da qualche parte?

R. – Il y a une chose que je voudrais dire…

C’è una cosa che vorrei dire: la Croce Rossa aiuta inviando denaro alla Mezzaluna Rossa, ma la Mezzaluna Rossa non dà assolutamente niente ai cristiani! Ieri i responsabili della Mezzaluna Rossa, incontrando l’Alto Commissariato per i rifugiati, si sono vantati davanti alle televisioni e hanno parlato come se avessero aiutato chissà quanta gente. Ma in realtà finora la Mezzaluna Rossa non ha dato niente ai cristiani: sono quattro anni! L’ho detto ad un canale arabo e ora lo voglio dire anche qui: bisogna che la Croce Rossa lo sappia! Bisogna che lo sappia! Scusate se lo dico con un tono di voce un po’ alto, ma questo mi esaspera, mi ripugna! Veramente mi ripugna!

 








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