2015-02-25 07:55:00

Siria. Mons Zenari: Paese interamente bagnato dal sangue


"La Siria è ormai bagnata interamente dal sangue dei cristiani ma anche di credenti di altre religioni”. Così mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco sul rapimento di decine di cristiani da parte dei miliziani dell'Is nel Nord-Est del Paese. Attentati e scontri anche in Iraq, mentre in una Libia sempre più fuori controllo sono stati rinviati a data da destinarsi i colloqui mediati dall’Onu per la stabilizzazione del Paese. Massimiliano Menichetti:

Sono almeno 150, non 90 come precedentemente diffuso, i cristiani assiri rapiti in Siria dal sedicente Stato Islamico a Tell Tamr vicino  Al-Hasaka, capoluogo dell'omonima regione nord-orientale al confine tra Turchia e Iraq. Testimoni riferiscono anche dell’uccisione di alcuni ostaggi. Nella zona da domenica è in corso un'offensiva dei peshmerga curdi sostenuti dai raid aerei della coalizione internazionale a guida Usa. Mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, intervistato dalla televisione dei vescovi italiani Tv2000, parla di una Siria “bagnata interamente dal sangue” un "dolore trasversale – dice - che colpisce tutte le minoranze religiose”. Ha confermato che i cristiani del nord-est sono arrivati ad Al-Hasaka perché in fuga dei jihadisti, un altro esodo è “verso Qamishly, più a est". E mentre in Siria prosegue anche la guerra tra fazioni interne e contro il regime di Assad con decine di vittime ogni giorno, in Iraq ieri si è registrata ancora un’ondata di attentati: 23 i morti. Rientrate invece nella città di Sadia, nella provincia irachena di Diyala, 110 famiglie che erano scappate dalla furia dei jihadisti dell’Is. Sempre più drammatica anche la situazione in Libia dove sono stati rinviati a data da destinarsi i colloqui mediati dall’Onu per la stabilizzazione. Da Parigi, il premier italiano Renzi nell’incontro con il presidente Hollande ha ribadito che sulla Libia per ora non è prevista un’operazione di peacekeeping. In questo scenario il premier libico Abdullah al Thani denuncia che nel Paese non ci sono solo i terroristi dell’Is, ma anche i miliziani islamici di Boko Haram che stanno devastando il nord della Nigeria

Sulla drammatica situazione dei cristiani del nord della Siria attaccati dalle milizie dell'Is, Manuella Affiejee ha raggiunto telefonicamente mons. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi:

R. – Comme chrétiens dans la région…

Come cristiani nella regione, siamo 125-130 mila. Al momento si sono sparpagliati un po’ ovunque, ma la maggior parte dei cristiani sono a Hassakèe a Kahmishli. Molti sono emigrati, perché sono ormai più di quattro anni che c’è la guerra! Circa il 20-25 per cento sono emigrati... Ma non è possibile avere delle cifre esatte, perché tutti i giorni ci sono famiglie che emigrano. E l’unica strada per poter partire e andare via è in aereo da Kahmishli a Damasco: tutti, tutti per partire devono arrivare a Kahmishli a prendere l’aereo, uscendo così da questo blocco che abbiamo tutto intorno a noi; al nord la Turchia ha bloccato tutto, assolutamente tutto! Lasciano passare soltanto i camion, i daesh, cioè le truppe dell’Is, il petrolio rubato dalla Siria, il grano, il cotone…… Tutto questo può passare la frontiera, ma le persone non possono!

D. – Siete nel mirino degli jihadisti, ma ricevete aiuto umanitario da qualche parte?

R. – Il y a une chose que je voudrais dire…

C’è una cosa che vorrei dire: la Croce Rossa aiuta inviando denaro alla Mezzaluna Rossa, ma la Mezzaluna Rossa non dà assolutamente niente ai cristiani! Ieri i responsabili della Mezzaluna Rossa, incontrando l’Alto Commissariato per i rifugiati, si sono vantati davanti alle televisioni e hanno parlato come se avessero aiutato chissà quanta gente. Ma in realtà finora la Mezzaluna Rossa non ha dato niente ai cristiani: sono quattro anni! L’ho detto ad un canale arabo e ora lo voglio dire anche qui: bisogna che la Croce Rossa lo sappia! Bisogna che lo sappia! Scusate se lo dico con un tono di voce un po’ alto, ma questo mi esaspera, mi ripugna! Veramente mi ripugna!

 

 








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