2015-02-26 13:18:00

Cir all'Ue: domande asilo, necessario rivedere Sistema Dublino


La legittimità del Sistema Dublino è ancora al centro di polemiche. Questo l’argomento cardine della tavola rotonda organizzata a Roma, dal Cir, Consiglio Italiano Rifugiati. Sul significato e sulle problematiche del Sistema Dublino, Anna Zizzi ha sentito il presidente del Cir, Roberto Zaccaria:

R. – Il Sistema Dublino è basato sul Regolamento chiamato Dublino III del 2013, sul Regolamento “Eurodac”, sempre del 2013, e sugli atti esecutivi dei regolamenti ed è stato creato con la Convenzione di Dublino del 1990 ed ha la finalità di determinare lo Stato membro competente per esaminare le domande di asilo. Diciamo, in sintesi, che il Sistema Dublino rimane un sistema egoistico e dico egoistico perché impone di espletare le procedure relative all’asilo – quindi il riconoscimento delle qualifiche dei rifugiati – per conto e in capo allo Stato dove queste persone fanno il loro primo ingresso nell’area comunitaria. Questa regola è una regola che praticamente fa sì quelli che arrivano, finiscono per fermarsi soltanto in alcuni Paesi dell’Europa, e prevalentemente in Italia proprio per la sua conformazione geografica. Applicando le regole di Dublino, l’Italia si dovrebbe far carico di una quantità di richieste di asilo sproporzionate alle sue capacità.

D. – In un momento in cui il tema accoglienza è particolarmente attuale, il Cir come pensa di rilanciare il dibattito sul funzionamento del Sistema Dublino?

R. – Il CIR è impegnato per dare, prima di tutto, l’interpretazione di questo Sistema Dublino. Il Cir si vuole porre sul piano normativo. Naturalmente ci sono anche casi in cui si può configurare la possibilità di qualche ricorso giurisdizionale: cioè che lo spirito che informa il Sistema Dublino e lo spirito del Trattato - in particolare dell’art. 80, che sembra quasi contrapposto - possa anche, in sede giurisdizionale, avere un riconoscimento. Quindi ci muoviamo in ogni sede: istituzionale e giurisdizionale, per arrivare al superamento di questo Sistema.

D. – L’Italia viene fortemente criticata da altri Stati, nonché dalla Commissione Europea, per aver ostacolato il funzionamento del Sistema Dublino. Il Cir come considera le operazioni di accoglienza avvenute in Italia?

R. – Il nostro Paese, negli ultimi due anni, ha fatto veramente molto con riferimento al tema dell’accoglienza. Se noi pensiamo soltanto al significato dell’operazione “Mare Nostrum”, evidentemente l’operazione “Mare Nostrum” è stata un’ operazione, credo, senza precedenti. Ci sono problemi che riguardano le procedure di accoglienza e di riconoscimento e anche qui si sta facendo molto sul piano dei processi successivi alla prima accoglienza, che sono i processi di integrazione. Oggi l’Italia è in prima linea da questo punto di vista.

D. – Come pensa che il sostegno di esperti, come quelli presenti alla tavola rotonda, possa aiutare nella revisione del Sistema Dublino?

R. – Gli esperti hanno il polso della situazione. Noi abbiamo voluto riunire - per celebrare, tra l’altro, una data simbolica perché sono i 25 anni della costituzione del Consiglio italiano per i rifugiati – queste persone, perché sono in grado di fare il punto esattamente sulla situazione, cioè sullo stato di applicazione delle disposizioni. Se poi noi riusciamo ad arrivare davanti a dei giudici europei che possono sollevare dei dubbi, già questo potrebbe essere una spinta forte verso le istituzioni europee per arrivare a modificazioni del regolamento nel suo complesso.








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