2015-02-26 12:15:00

Esplosioni al Cairo: colpito Egitto in prima linea contro Is


Cinque esplosioni al Cairo, nel quartiere residenziale di Giza, hanno provocato un morto e tre feriti. Il pensiero va alla crescente minaccia dello Stato Islamico (Is) e delle organizzazioni terroristiche anche in vista delle prossime elezioni legislative in programma a marzo. Una settimana fa, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato i bombardamenti contro i siti dell'Is a Derna, nella Libia orientale, in seguito alla diffusione del video nel quale i jihadisti mostravano la decapitazione di 21 cittadini egiziani di fede copta. L’Egitto dunque è in prima linea nella lotta ai jihadisti, come conferma, nell’intervista di Fausta Speranza, Luigi Serra, docente all’Università Orientale di Napoli:

R. – Sì, l’Egitto è in prima linea. L’Is ormai è un maleficio innanzitutto per il mondo arabo musulmano, per il mondo islamico; è una peste per le espressioni di diverso credo, di diversa etnia, di diversa cultura da quella fanatico-terroristica sedicente arabo-islamica.

D. – In questo momento l’Egitto trova un alleato in Libia con il comandante generale nominato ieri…

R. – Sì ed è la conseguenza positiva del coraggio che al-Sisi ha avuto di farsi capofila di un intervento armato in Libia, che non voleva essere contro le componenti libiche, ugualmente in lotta l’una contro l’altra a livello addirittura più elevato di un’autentica guerra civile. Voleva essere l’avvio di una sinergia complementare a quella delle Nazioni Unite, di matrice prettamente araba, quindi cogente con lo scenario geopolitico, etno-religioso dell’area. Peccato che qualcuno abbia frainteso e abbia posto dei limiti di consequenzialità, anche strategica, anche di intervento militare sul terreno, all’azione avviata da al-Sisi. Ora, questo accordo, questa legittimazione da Bengasi, e indirettamente in parte anche da Tripoli, probabilmente potrà produrre buoni e migliori risultati.

D. – Vogliamo dire una parola sulla situazione interna all’Egitto…

R. – La situazione interna all’Egitto purtroppo sa di luci ed ombre. Gran parte dell’Egitto si schiera e dà ampio consenso e riconoscimento ad al-Sisi per l’intervento che ha operato e per come l’ha operato, non solo in chiave di rivendicazione di tutela di una parte del suo popolo, ancorché di religione non islamica, e alludo ai copti. Ma, al di là di questo consenso indubbiamente già verificato, vedere l’Egitto colpito da attentati, conseguentemente ad un intervento di al-Sisi in Libia, se proprio non fa gioire, non desta preoccupazione in aree di schieramento religioso e ideologico che al-Sisi ha comunque guerreggiato. Alludo ai Fratelli Musulmani.








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