2015-02-27 13:21:00

Grecia: sì di Berlino ai nuovi aiuti. Proteste contro Tsipras


Dopo i colloqui sulle misure per l'economia ellenica, ora è il momento che "inizino colloqui" anche per affrontare il nodo del debito. Lo ha detto ieri il premier greco Alexis Tsipras dopo l’approvazione da parte del Bundestag, ossia la Camera bassa del Parlamento tedesco, dell’estensione degli aiuti alla Grecia per quattro mesi. La Grecia  "è uscita rafforzata dai colloqui con i partner" europei, ha detto ancora Tsipras, contestato in patria dall’estrema sinistra che lo accusa di non aver mantenuto le promesse e di essere sceso a compromessi con Bruxelles. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Matteo Tacconi, coordinatore dell’agenzia “Rassegna Est.com”:

R. - Probabilmente era impossibile mantenerle: sia l’impostazione della campagna elettorale, sia le prime misure adottate dal governo Tsipras non appena insediatosi, presumibilmente erano funzionali alla ricerca di un compromesso con le istituzioni europee. Questo non significa, ad ogni modo, che il governo Tsipras non stia tentando di imprimere una svolta, anche se questa svolta deve essere – come dire – incorniciata, perché una svolta troppo radicale porterebbe la Grecia fuori dall’euro, e questo sarebbe un disastro economico, ma una svolta troppo timida non sposterebbe di troppo le politiche di austerità contro le quali il governo Tsipras si è finora battuto.

D. – Di fatto – questa la protesta dei dimostranti – Atene rimane sotto scacco di Bruxelles e questo è visto come una sorta di diminuzione della sovranità…

R. – Sicuramente la Grecia è commissariata e non da ieri. Le politiche di austerità sono state portate avanti per anni e quindi azzerarle di punto in bianco è tecnicamente impossibile. Quindi il modo in cui Tsipras si sta muovendo è quello di ottenere un compromesso che alleggerisca un po’ il peso dei tagli e dia modo alla Grecia di tornare a crescere. Detto questo, Syriza è un partito che comprende tante anime e non tutte seguono la linea improntata dallo stesso Tsipras e dal suo ministro delle Finanze.

D. – Se la protesta dovesse assumere toni più decisi, ci sarebbe il rischio di una svolta estremista in Grecia?

R. – Potrebbe esserci, ma onestamente non vedo troppo alternative, né per la Grecia, né per la stessa Europa, se non quella di trovare un compromesso che non sia troppo doloroso per la Grecia e che, al contempo, accontenti anche un po’ la Germania, la cui cancelliera, Angela Merkel, nonostante abbia portato avanti una politica molto rigorista, è comunque una donna votata ai compromessi: la Merkel vuole sì l’austerity, però ha fatto capire che un minimo è disposta a rinegoziarla.








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