2015-02-27 14:27:00

P. Cupia ad un anno dalla morte: la misericordia di Dio in famiglia


Un anno fa si spegneva padre Luciano Cupia, oblato di Maria Immacolata, fondatore del “Centro La Famiglia”, il consultorio familiare prematrimoniale e matrimoniale aperto nel 1968 a Roma insieme a Rosalba Fanelli, e delle Scuole per consulenti familiari oggi attive in tutta Italia. Domani mattina il sacerdote verrà ricordato presso l'Istituto Santa Maria con una serie di testimonianze e una Messa presieduta da mons. Giuseppe Molinari, vescovo emerito dell’Aquila, e concelebrata da padre Alberto Gnemmi, provinciale degli Oblati di Maria Immacolata. Per un ricordo di padre Cupia, Marina Tomarro ha sentito Rosalba Fanelli:

R. – Lui fondamentalmente si è occupato della famiglia, a cominciare dal Centro di preparazione al matrimonio, che fu una cosa nuova in Italia, ovviamente, proveniente dal Centro Novalis dell’Università Saint Paul di Ottawa in Canada. Quindi iniziò questo lavoro, preparando subito una equipe di collaboratori. A Roma, in particolare, c’era un corso permanente presso la rettoria di mons. Luigi Di Liegro, a Piazza Poli, dove si tenevano corsi cittadini. Finché non è stato chiamato anche fuori e a macchia d’olio poi siamo andati in tutta Italia: dal Nord al Sud. Questo ha fatto sì che l’idea della preparazione al matrimonio sia passata e, non solo, anche la necessità di aprire dei centri di consulenza, dei consultori.

D. – Padre Luciano era impegnato anima e corpo per la famiglia...

R. – Famiglia e giovani, famiglie e coppie, per la preparazione al matrimonio e l’accompagnamento post-matrimoniale: questo è stato proprio il suo apostolato principale. Prima i fidanzati, poi, nel momento in cui c’è stato il consultorio, anche le consulenze, e via di seguito. Nel ’75 nascono i consultori pubblici. Noi eravamo sul territorio già da molti anni prima, per preparare queste persone, questi consulenti nei nuovi consultori, e non solo, anche perché nel frattempo erano nate tante altre strutture consultorio in Italia, grazie ai suoi spostamenti e così via. Istituimmo, quindi, una scuola per consulenti familiari. Questa è stata proprio la sua precipua attività, dove ha dato anima e corpo.

D. – C’è uno degli insegnamenti di padre Luciano che è rimasto nel suo cuore, nel cuore delle tante coppie, che avete seguito durante questi anni?

R. – Nel cuore è rimasto questo grande amore, questa tenerezza. Lui era veramente il predicatore della tenerezza. Queste tre "T": trasparenza, come luminosità del vivere, del pensare e dell’agire; tolleranza, come rispetto delle convinzioni altrui; e tenerezza, fiducia, accoglienza, abbandono nell’amore di Dio.

D. – Qual è il suo ricordo personale di padre Luciano, il ricordo che lei conserva?

R. – Il ricordo che conservo è la sua generosità. La misericordia di Dio era per lui una cosa importantissima. Infatti, quando fece il 50.mo di sacerdozio impostò la cerimonia e anche i ricordini sul Padre Misericordioso. Ecco, lui si sentiva su questa linea.








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