2015-02-28 14:27:00

Il card. Sepe: il Papa darà a Napoli un messaggio di speranza


Papa Francesco ha ricevuto a Santa Marta il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, in vista della sua visita pastorale nella città il 21 marzo prossimo. Ma com’è andato l’incontro con il Pontefice? Ascoltiamo il porporato al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Molto bene. C’è un grande entusiasmo! Da parte nostra potete immaginarlo, perché Napoli bolle, bolle in attesa della visita del Papa e sta facendo una gran bella preparazione spirituale e il Papa ho visto che è rimasto veramente commosso. Poi gli ho dato la lettera che 16 personaggi illustri di Napoli gli hanno dedicato. Insomma, devo dire che il Papa è veramente entusiasta. Entusiasta! E poi il desiderio di conoscere questa città, che è decantata dappertutto.

D. – Quale messaggio darà il Papa a Napoli?

R. – E’ chiaro che il Papa non potrà non sottolineare quelle che sono le luci, cominciando dall’impegno dei sacerdoti, delle suore, dei laici, che sono una forza straordinaria; ho dei sacerdoti che sono veramente esemplari. Poi io ho detto: “Padre Santo, lei immagini che in questi ultimi due anni ci sono state tre canonizzazioni, oltre la beatificazione. Quindi tre nuovi santi a Napoli!”. Questo per dire che ci sono delle potenzialità enormi, come - per esempio - le eccellenze anche in campo civile, la medicina, la letteratura … E poi ci sono i mali, incominciando dalla disoccupazione, dalle organizzazioni malavitose come la Camorra, da un impegno che purtroppo non sempre riesce a dare quel senso di civiltà, del vivere civile, ma soprattutto i giovani. Il Papa è molto sensibile alla gioventù e ai problemi della gioventù. Noi viviamo una crisi nella crisi: se la crisi si sente ed è comune per tutti, da noi è ancora più acuta, perché si inserisce in una crisi che dura ormai già da troppo tempo, da troppi anni.

D. – Quindi Napoli si attende un messaggio di speranza dal Papa?

R. – Un messaggio forte! Io ho detto, come diceva già il Santo Padre Giovanni Paolo II, quando è venuto a Napoli, “riorganizzare la speranza”. Io ho detto: “largo alla speranza”. Ce n’è  bisogno, perché il vero pericolo in tutte queste difficoltà qual è? E’ il pessimismo, è l’arrendersi alle difficoltà, il fuggire… Invece no! Bisogna reagire con forza perché le potenzialità ci sono, ma c’è bisogno altrettanto del concorso di tutti: della Chiesa, della scuola, della famiglia e delle istituzioni, che dovrebbero fare di più.

D. – Quali le tappe principali della visita?

R. – All’inizio entra in periferia, a Scampia, la famosa Scampia, dove incontrerà i rappresentanti dei vari settori della città: il rappresentante della cultura, il rappresentante della legalità e i rappresentanti delle professioni, da una parte; e poi, dall’altra, sempre nella stessa piazza, nella Piazza Giovanni Paolo II, incontrerà i rappresentanti del lavoro, i rappresentanti dei migranti e i rappresentanti dei clochard, dei rom… Questi sono i sei settori che saranno presenti in questo primo incontro con il Papa. Da lì girerà con la papamobile fino ad arrivare a Piazza del Plebiscito, dove ci sarà una concelebrazione con 7-800 sacerdoti della diocesi e tutti i vescovi della Campania. Quello sarà il momento culminante, il momento più bello e significativo, la concelebrazione con tutta la realtà ecclesiastica-diocesana. Da lì il Papa andrà a pranzo dai carcerati a Poggio Reale, dove si intratterrà con loro, pranzerà con loro, un pranzo semplice e frugale, e sarà soprattutto un contatto molto umano con i carcerati. Poi una breve, brevissima sosta in episcopio, solo pochi minuti per avere un po’ di respiro, per poi andare, subito dopo, nella Basilica del Gesù Nuovo, dove incontrerà i malati in rappresentanza dei vari ospedali di Napoli e quindi i bambini, i giovani, i malati oncologici… Dopo questo incontro con i malati, faremo la festa – prima che il Papa parta – sul Lungomare di Napoli, alla Rotonda Diaz, dove incontra i giovani e gli anziani: sarà una festa e una manifestazione molto simpatica, come sanno fare i giovani.








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