2015-02-28 08:11:00

Russia: ucciso il capo dell’opposizione liberale Nemtsov


Russia: nel centro di Mosca quattro colpi di pistola hanno ucciso ieri Boris Nemtsov, storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile del presidente Vladimir Putin. L’esponente politico aveva recentemente criticato il capo del Cremlino per l’intervento russo in Ucraina e aveva parlato di possibili rischi per la sua vita. Dopo l’attentato, Putin ha condannato il delitto, definendolo una provocazione, un crudele assassinio. Sentiamo Giuseppe D’Amato:

L’agguato è avvenuto al Ponte di pietra, giusto davanti al Cremlino ed alla cattedrale di San Basilio, poco prima di mezzanotte. Un killer gli ha sparato 4 colpi di pistola da un’automobile bianca. Boris Nemtsov aveva 55 anni, era il leader dell’ala riformista dell’opposizione russa e a lungo era stato il “delfino” dell’ex presidente Boris Eltsin, che lo aveva voluto nell’Esecutivo come vice-premier. Da tempo Nemtsov riceveva minacce e si era rivolto alla polizia. Stava organizzando la “marcia anti-crisi” anti-Cremlino in programma per domani nella capitale, la quale per lutto è stata cancellata. Il presidente Putin ha preso il controllo personale delle indagini. Il presidente Usa Obama ha condannato “la brutale uccisione” ed ha chiesto al governo russo “un’inchiesta rapida, trasparente ed imparziale”. Reazioni di sconcerto si registrano in tutto il mondo politico federale, ma anche tra i parlamentari europei e di mezzo mondo.

E, per un commento sull’omicidio di Boris Nemtsov, Giancarlo La Vella ha intervistato Aldo Ferrari, studioso di Russia ed Est Europa, dell'Università Ca' Foscari di Venezia:








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