In Siria, i miliziani curdi hanno riconquistato la città strategica di Tal Hamis, nel Nord Est, che era caduta nelle mani del cosiddetto Stato islamico. L'avanzata dei curdi, sostenuta dai raid aerei della coalizione a guida americana – afferma un portavoce curdo - rappresenta una grande vittoria perché taglia una via chiave di rifornimento dell’Is dall'Iraq. Intanto, cresce la preoccupazione per i circa 350 cristiani catturati dai jihadisti. Sulla situazione nel Paese, ascoltiamo - al microfono di Hélène Destombes - la testimonianza di un padre gesuita siriano, Mourad Abou-Seif:
R. - Le mal est en train de toucher tout le monde. …
Il male sta toccando tutti! Non si può dire che ci
sia una comunità più sofferente di un'altra: i cristiani vivono insieme ai musulmani,
gomito a gomito, e subiscono il male che tutta la Siria subisce. Ora, forse, i cristiani
sono più inquieti per il loro avvenire e cercano di capire cosa stia realmente accadendo.
Quando c’è così poca speranza - come vediamo in questo momento - il futuro è molto
preoccupante ed è molto più preoccupante per loro. Ma il presente lo vivono come tutti
gli altri!
D. – I cristiani sono vittime di sempre più numerosi abusi…
R. - C’est vrai et je peux dire qu’il y a ici un
changement …
E’ vero e io posso dire che ora c’è in atto un cambiamento,
perché prima gli estremisti controllavano i luoghi abitati dai cristiani ed era possibile
che li trattassero in modo non giusto in quanto minoranza. Ma non venivano giustiziati
e sterminati, come vediamo invece ora. E sembra che questa svolta rappresenti un messaggio
di questi gruppi estremisti per l’Occidente, proprio attraverso i cristiani del Medio
Oriente: come abbiamo visto nel messaggio di quel gruppo che ha giustiziato i 21 egiziani
copti.
D. – Quindi attraverso i cristiani della Siria, lo Stato Islamico vuole colpire l’Occidente?
R. - C’est ce qu’on comprend dans ce qui se passe
aujourd’hui.
E’ quello che abbiamo compreso per quello che sta
succedendo oggi!
D. – Davanti a questa minaccia, quale dovrebbe essere la reazione della comunità internazionale. Voi credete che la Comunità interanzionale non abbia adottato misure sufficienti per quello che si sta giocando attualmente in Siria e in tutta la regione?
R. – J’ai l’impression que la communauté internationale
était presque indifférente…
Ho l’impressione che la Comunità internazionale sia
stata praticamente indifferente rispetto a quanto sta succedendo. Hanno cercato di
aiutare come se il male presente in Siria e in tutto il Medio Oriente fosse un qualcosa
che non li toccasse. Ma ora sembra stiano realizzando, sempre di più, che questo è
un male che tocca il mondo intero. C’è ora una nuova presa di coscienza riguardo alla
gravità del fenomeno: lo considerano ormai come un cancro che si sta diffondendo in
tutto il mondo. Quindi, a mio avviso, è necessario attuare delle misure differenti.
C’è questa presa di coscienza, io lo sento qui.
All the contents on this site are copyrighted ©. |