2015-03-02 16:20:00

Casa alla Vela: solidarietà tra differenti generazioni


Cinque signore anziane parzialmente autonome e  quattro studenti universitari che vivono tutti insieme in una abitazione chiamata “Casa alla Vela”. E’ il progetto di cohausing generazionale promosso da  Sad una cooperativa sociale che opera nella Provincia di Trento, e che vuole dimostrare come le relazioni interpersonali nonostante le differenze d’età, possono diventare un forte collante sociale. Marina Tomarro ha intervistato Daniela Bottura, presidente della cooperativa.

R. - Noi come cooperativa sociale, la cooperativa Sad, da più di 25 anni facciamo assistenza nel mondo degli anziani, disabili ed adulti. Le esigenze che ci arrivano dagli anziani sono molteplici e quindi abbiamo raccolto un  po’ queste loro difficoltà e abbiamo detto: perché non andare a coprire in parte queste richieste? Una delle richieste era appunto riguardo alla solitudine, alla paura di restare a casa da soli, alla parte economica, …  Così abbiamo realizzato  la Casa alla Vela.

D. - Come si svolge la convivenza tra queste donne anziane e, dell’altra parte, questi giovani universitari?

R. - Le anziane vivono nella quotidianità, come vivere a casa, però questi studenti nelle loro possibilità, perché hanno ovviamente dei momenti di studio, le portano a fare le passeggiate, oppure abbiamo un pezzettino di orto e loro aiutano alcuni nostri volontari esterni nel coltivare la terra e quindi, anche la raccolta di quello che viene prodotto e che viene poi condiviso. Poi ci sono anche momenti di gioco. Come cooperativa, abbiamo dato la possibilità a questi studenti di guadagnarsi anche qualcosa attraverso dei voucher per lo svolgimento di  mansioni come la pulizia delle scale, l’accompagnamento degli anziani, ad esempio a qualche visita medica …

D. - Il vostro progetto è stato giudicato dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite tra le 11 buone pratiche a livello europeo nel settore delle politiche sociali. Cosa vuol dire per voi questo riconoscimento?

R. - È stata sicuramente una soddisfazione enorme. Ci ha dato quella giusta adrenalina per poter dire: ”Andiamo avanti, questo è il futuro”. Proviamo a fare altre case per far sì che questi anziani possano continuare il loro percorso di vita, questa possibilità di alternativa alla domiciliarità.

D. - Quanto è importante un progetto del genere all’interno di un territorio, secondo lei?

R. - È importante perché c’è sicuramente una questione economica. Basti pensare che ogni anziano aveva un’infermiera che andava a domicilio una - due volte alla settimana; adesso questa infermiera va una volta o due alla settimana, ma per tutte.  Pe quanto riguarda gli anziani si dividono le spese dell’assistenza, dell’alimentazione, del vitto e dell’alloggio. Sicuramente dai un prospettiva di vita diversa e quindi c’è un rallentamento della vecchiaia.

Questo il commento all'iniziativa di Donata Borgonovo Re assessore alla salute e solidarietà sociale per la Provincia Autonoma di Trento:

R. - Certamente lo sguardo positivo è quello che vede nell’incontro di bisogni e di interessi una possibilità di costruire un’esperienza nuova. In questo momento, cinque signore over 80 che vivono alla Casa alla Vela, hanno trovato il giusto equilibrio tra le prime fragilità dell’età anziana, ma ancora autosufficiente, e la domanda di casa e magari anche di piccoli lavori e quindi piccoli guadagni da parte degli studenti universitari; hanno trovato in questa formula una reciproca soddisfazione in una dimensione di sostegno, di aiuto, ma anche di allegria.

D. - Dal punto di vista delle politiche sociali quanto è importante un’iniziativa del genere?

R. - Costruendo relazioni ogni persona si rende conto che anche nella sua fragilità o nelle sue difficoltà può mettere a disposizione di una comunità più o meno grande, a seconda delle occasioni, delle competenze e delle qualità che sono un bene per tutti.








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