2015-03-02 15:30:00

Cibo sprecato, la legge che lo trasforma in bene dei poveri


In Italia, solo nel comparto della ristorazione, l’eccedenza alimentare è di 209 mila tonnellate l’anno. La Legge del Buon Samaritano permette di recuperare in tempi brevi quel cibo che andrebbe buttato da mense e ristoranti e di distribuirlo a chi ne ha bisogno. Al microfono di Elisa Sartarelli, il presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus, Andrea Giussani, che spiega i vantaggi di questa legge e le ulteriori necessità degli operatori:

R. – La Legge del Buon Samaritano è la legge per la quale 11 anni fa sono state adottate nuove normative, uniche in Europa, allora, e per la prima volta in Italia, per il trattamento e il recupero di alimenti da mense, collettività, ospedali. Sostanzialmente, la novità è questa: fino ad allora, qualsiasi tipo di alimento non servito ai commensali doveva essere buttato, anche se era rimasto in cucina in ottime condizioni di conservazione. Oggi, invece, quindi da 11 anni, c’è la possibilità per le associazioni, per le onlus e per chi fa recupero di alimenti a scopo sociale di recuperare questi alimenti semplicemente con un trattamento igienico, come se fosse un consumatore. Per esempio, rispettando eventuali date di scadenza e attraverso il rispetto dell’igiene della consumazione ma senza nessun tipo di accorgimento particolarmente oneroso nel recupero.

D. – Nella pratica, cosa avviene?

R. – Nella pratica avviene che la onlus si presenta quotidianamente nelle cucine delle mense dove sono state prodotte eccedenze alimentari, quindi non servite, e le recupera trasportandole immediatamente verso strutture caritative – mense per indigenti – nelle quali vengono serviti immediatamente gli stessi alimenti, poche ore dopo.

D. – Se invece si dovesse seguire la vecchia burocrazia, che cosa succederebbe?

R. – In realtà, è una burocrazia che non c’è più. Se fossero applicate normative più stringenti, questo produrrebbe un’enorme caduta delle quantità disponibili e quindi aumenterebbero i rifiuti e la quantità di alimenti che si buttano e toglieremmo una risorsa preziosa di alimenti in perfetto stato di conservazione.

D. – La Legge del Buon Samaritano ha permesso la nascita del Progetto “Siticibo” della Fondazione “Banco Alimentare Onlus”: di cosa si tratta?

R. – E’ un progetto del Banco Alimentare che, sfruttando la possibilità della Legge del Buon Samaritano, raccoglie e recupera alimenti dagli ospedali, dalle scuole, dalle grandi mense delle aziende. Nel 2013, abbiamo recuperato quasi un milione di porzioni che sono state ridistribuite, nel giro di poche ore, a indigenti.

D. – Qualche ulteriore agevolazione farebbe comodo…

R. – Un grande campo di interesse, per noi, è quello di un’attenzione alle normative - come la Legge del Buon Samaritano - ma a quelle normative che a oggi non favoriscono il recupero di alimenti. Si pensi che oggi un’azienda che destina al recupero eccedenze che avrebbe buttato ha lo stesso recupero dell’Iva che se le buttasse: non vi sono vantaggi o sgravi, per esempio, sulle imposizioni per le tasse sui rifiuti. Ciò che noi indichiamo al mondo dei governanti e degli amministratori è che un’agevolazione fiscale ed economica a chi recupera alimenti e li destina socialmente, sarebbe di grandissimo aiuto per evitare lo spreco.

D. – Chi sono le persone che hanno bisogno?

R. – Oggi, in Italia, possiamo dire che non sono più una categoria ben precisa, considerando che le ultime statistiche dicono che i poveri assoluti in Italia sono sei milioni e oltre quattro milioni di loro non sanno come potranno avere un pasto domani. Possiamo dire che soprattutto nelle grandi città ci sono veramente varie tipologie di persone: persone che sono da tempo in condizioni economiche di grande indigenza o persone che hanno avuto traumi, nella loro vita – perdita di lavoro, separazione familiare, gravi problemi di salute e quindi di personale efficienza e produttività – che le hanno ridotte in povertà.








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