2015-03-02 11:45:00

Detenuti, non c'è pace: dopo il sovraffollamento, l'amianto


"Non ne sapevamo nulla. Ma ora vogliamo capire. Subito". Anche la Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria era all'oscuro del fatto, tragico, che ancora oggi nel 14% delle carceri  italiane sia massicciamente presente l'asbesto, il minerale cancerogeno bandito per legge dal 1992

"La notizia ci spaventa molto - dice Giulio Starnini, segretario generale della Simspe - perché  fra i detenuti noi registriamo già la più alta incidenza di neoplasie causate da un mix di situazioni negative come gli ambienti poco salubri, il cibo non ottimale per quantità e qualità e il fumo di sigarette eccessivo. Ora, se si aggiunge anche l'amianto la situazione si complica, e non poco".

Secondo Starnini, ad essere i più colpiti, però, potrebbero non essere i carcerati: "Loro spesso vengono spostati da un istituto di pena all'altro e l'esposizione al materiale cancerogeno potrebbe risultare di minore pericolosità. Chi, invece, rischia di più è il personale penitenziario: agenti, impiegati, volontari che spesso da quel carcere contaminato non si spostano mai".

Ecco perché occorre che il Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria metta in campo interventi concreti ed immediati: "La nostra Società - ci tiene a far sapere Starnini - chiederà al Dap di saperne di più e si metterà a disposizione per possibili interventi concreti".  

Intanto rimane un atroce dubbio:in quanti hanno veramente contratto malattie da amianto visto che tra l'esposizione al materiale cangerogeno e l'insorgenza dei primi sintomi trascorrono, in media, una trentina d'anni?








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