2015-03-02 17:06:00

Istat: disoccupazione gennaio al 12,6% in calo. Renzi: non basta


A gennaio, per il secondo mese consecutivo, cala in Italia il tasso di disoccupazione attestandosi al 12,6% e allo stesso tempo aumentano gli occupati. Lo dice l’Istat. Soddisfazione esprime il capo dello Stato in visita in Germania, mentre il premier Renzi commenta:“ bene, ma non basta “. Cauti i sindacati che con le opposizioni chiedono al governo più coraggio sulla via delle riforme. Il servizio di Gabriella Ceraso:

12,6% : è questo il tasso di disoccupazione di gennaio in Italia, in calo dello 0,1 % ai livelli di 12 mesi prima, dopo un 2014 di record negativo, rileva l’Istat, come non si vedeva dal 1977. In lieve miglioramento anche la situazione giovanile: il tasso a gennaio è del 41,2%, - 0,1% rispetto al mese precedente, ma anche questo al culmine di un anno nero. Allo stesso tempo migliorano i dati dell’occupazione, dopo 24 mesi di calo, con una crescita media nel 2014 dello 0,4% (88.000 unita' in confronto all'anno precedente). Meglio al centro Italia e tra gli uomini. Variazione positiva del tasso anche a gennaio 2015, con 22 milioni 320 mila occupati, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11mila), ma in aumento dello 0,6% su base annua ,+131.000. Si può arrivare “a 150mila nel 2015” commenta il ministro del Lavoro Poletti, ottimista, come Confcommercio, nel prevedere un quadro futuro di maggiore stabilita' e in grado di favorire gli investimenti delle imprese. "Pochi i segnali positivi in questi dati" spiega Nunzio Bevilacqua, giurista esperto di economia:

“Fanno vedere quel minimo di volatilità che fa parte ormai di un mercato del lavoro fortemente depresso, soprattutto dal punto di vista della disoccupazione giovanile. Certo è che a livello psicologico l’importanza del Jobs Act già incomincia ad avere i suoi effetti,  ma certo questi effetti non sono il precipitato dei dati che oggi abbiamo pubblicati”.

Incalzato dalle opposizioni, che mettono in guardia da facili entusiasmi, anche il premier Renzi commentando i dati Istatdi oggi sottolinea:" bene ma non basta". Cauti i sindacati:di “ ripresina” parla la Uil; ”è opportuno accompagnare i temi delle riforme con scelte coraggiose in termini di investimenti e di politiche attive” incalza la Cisl.  Dall’Istat oggi anche i dati in chiaroscuro del 2014 sulla pressione fiscale, data in crescita al 43,5% del Pil che, a sua volta, cala dello 0,4%, sotto i livelli del 2000. E' sempre record invece per il debito pubblico italiano che nell' anno passato è salito al 132,1%.








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