2015-03-04 14:43:00

Riforma scuola: martedì il testo. I timori dell'UCiim


Slitta ancora l’approvazione da parte del governo della riforma della scuola. Il Consiglio dei ministri ieri si è preso sette giorni per valutare gli aspetti più complessi del testo che sarà licenziato martedì prossimo, e poi affidato al parlamento il cui primo sì si prevede a maggio, salvo ostruzionismi. Il rinvio, garantisce il premier Renzi, non metterà a rischio i punti chiave, a partire dalle assunzioni dei precari entro settembre. Numerosi sono però i timori, che spiega al microfono di Gabriella Ceraso, la presidente dell'Unione cattolica insegnanti medi (Uciim), Rosalba Candela:

R. – Il primo timore è che non si possa arrivare a settembre assumendo tutte queste persone. C’è bisogno di elaborare nuove graduatorie con tutto quello che ne deriva. Quindi, i tempi ci sembrano molto molto stretti. L’altro timore è che non sia possibile eliminare del tutto il supplente nella scuola.

D. – Quando lei dice supplente intende dire, eliminare il precariato?

R. – Sì certo il precariato. Si assumeranno, come dice Renzi, circa 180 mila persone. Eliminate le graduatorie, il precariato storico, ci sarà l’organico funzionale – circa 20 mila – che saranno comunque dei precari e non potranno sopperire a tutte le supplenze che sono necessarie in una scuola. Quindi, ci vogliono delle graduatorie di Istituto da dove attingere per queste supplenze brevi.

D. – Altro nodo della riforma, da discutere ovviamente, sono le detrazioni fiscali per le scuole paritarie. Un aiuto per le famiglie, ma anche un ulteriore stimolo per il pluralismo e la libertà di scelta educativa. Voi che ne pensate? Avete dei timori?

R. – Che ben vengano gli sgravi fiscali. Credo però che non bastino per sollevare le scuole paritarie che oggi sono in gravi difficoltà. Certo, è un minimo che si dà. Vedremo in cosa consistono veramente.

D. – Con questa riforma cambia anche il sistema di valutazione per i docenti: carriera e scatti legati al giudizio dei dirigenti e delle famiglie e non più all’anzianità. So che voi non siete molto d’accordo…

R. – Sì, la proposta è quella di un sistema misto: una progressione economica per anzianità di carriera e poi crediti didattici formativi e professionali, a patto che sia chiarito quali siano, come si acquisiscono, chi li rilascia.

D. – Lei dice però, di fare una valutazione attraverso una commissione apposita con criteri uguali per tutti, piuttosto che valutazione da parte dei dirigenti e degli studenti. Giusto?

R. – Esatto. Non dare mai il potere a una sola persona o due, ma creare delle commissioni miste dove ci sia anche la rappresentanza dei genitori e degli alunni nelle scuole secondarie superiori, però che siano del commisioni. Sono certa – e noi dell’Uciid siamo certi – che con un sistema misto non si sbaglia. Rimarrebbero tutti contenti e soddisfatti. Ma se lasciamo solo al merito e eliminiamo l’anzianità di servizio, rischiamo veramente di creare delle grandi ingiustizie.








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