2015-03-05 07:26:00

Aleppo: oltre 40 morti in raid e attentati


Ancora morti ad Aleppo: almeno 10 persone sono rimaste uccise nei bombardamenti del regime siriano nella zona est della città. L'attacco segue l’attentato ad una caserma, che ha causato la morte di 34 persone. L’attacco è stato rivendicato dal braccio siriano di Al Qaeda, il gruppo Al Nusra, che in Siria si affianca ai miliziani del sedicente Stato islamico. Per capire quali dinamiche ci siano davvero tra i due gruppi, Fausta Speranza ha intervistato Andrea Plebani, ricercatore dell’Università Cattolica e collaboratore dell’Ispi:

R. – I distinguo sono molti e significativi, seppur il sedicente Stato islamico nasca storicamente all’interno della galassia qaedista, in particolare all’interno del sistema iracheno. I distinguo sono molteplici e le differenze sono significative, benché facciano riferimento a un universo dottrinale e strategico molto simile. Nell’ultimo periodo, si è finito con il considerare quasi al Qaeda e la sua branch operante in Siria, Jabhat al-Nusra, come quasi un movimento più moderato rispetto al sedicente Stato islamico, posto che formazioni che utilizzano mezzi quali il terrore e gli assassini possano essere considerati moderati! Certo, il sedicente Stato islamico ha superato ogni limite: l’uso indiscriminato della violenza, il ricorso al terrore più efferato, una brutalità senza precedenti, un’aggressività fortissima nei confronti degli altri gruppi dell’insurrezione anti Bashar al-Assad, sono tutti elementi che differenziano il gruppo guidato da Abu Bakr al-Baghdadi da Jabhat al-Nusra. Un’altra differenza significativa è legata anche alla composizione di queste deformazioni: Jabhat al-Nusra tendenzialmente è considerata più siriana nella sua composizione, con più esponenti siriani, pur con un nucleo importante di “foreign fighters”; il sedicente Stato islamico ha invece una componente straniera più accentuata. In questo senso, anche geograficamente abbiamo una differenziazione: il sedicente Stato islamico è più concentrato a cavallo di Siria e Iraq, nelle regioni di Iraq e Zhor, e poi a Ninive, ovviamente, ad Alambar, in Iraq, a Salah al Din e ormai in altre pochissime parti. Mentre Jabhat al-Nusra è molto più orientata, concentrata in Siria.

D. – Dunque, nello scenario siriano è ipotizzabile che si contrappongano poi anche gruppi di al Qaeda e miliziani del sedicente Stato islamico?

R. – Sì, questo è già avvenuto. Tra l’altro, la nascita del sedicente Stato islamico avviene proprio in seguito ad una rottura molto forte tra le due formazioni, cioè proprio una lotta senza quartiere che emerge in tutta la sua intensità nella seconda metà del 2013 ed esplode poi nel corso del 2014. La nascita del sedicente Stato islamico e del suo progenitore, lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria, avviene con una rottura con Jabhat al-Nusra, e quindi una lotta per le posizioni tenute da un movimento che è unitario inizialmente. C’è stato uno scontro che ha provocato, tra l’altro, centinaia di vittime; potrebbe esserci uno scontro anche in futuro, anche se – come ho detto prima – c’è una differenziazione delle aree di azione, in questo momento. E quindi c’è forse la tendenza a non incrociarsi per evitare questo scontro che obiettivamente, dal loro punto di vista, è quasi uno scontro fratricida.

D. – Abbiamo imparato a concentrare la guerra in Siria intorno ad Aleppo e ad altre zone nevralgiche; ma adesso si combatte fortemente anche nel centro per il controllo di siti di gas naturale: un nuovo scenario?

R. – Sì: in realtà, le operazioni in loco seguono molto gli interessi contingenti e le opportunità che vengono a crearsi. Sicuramente c’è stato lo scontro per i grandi centri urbani, ma l’attenzione dimostrata dal sedicente Stato islamico per la provincia del governatorato di Deir el-Zor era legata in gran parte alla presenza di pozzi petroliferi. Ora l’attenzione sulle riserve di gas, che comunque non sono enormi da parte siriana, rientra tutta all’interno di un’ottica volta a rafforzare anche le basi economiche di quello che si proclama come un nuovo “califfato”.








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