2015-03-05 14:44:00

Rapporto Meter: pedofilia, crescono abusi su neonati


“Nel 2014 l’Europa torna protagonista della rete pedopornografica virtuale, che domina con il 37,34 %. Al secondo posto l’Africa (24,67 %), l’America (23,25%), l’Asia (12,93 %) e l’Oceania (1,80 %). Molti Paesi nel mondo sono inoltre responsabili per l’istigazione della cultura pedofila attraverso la rete internet”. Lo afferma don Fortunato di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione ‘Meter contro la pedofilia’, che oggi nella sede di Avola (Siracusa), ha presentato il Report 2014. I rischi di molestia ed adescamento per i minori su Facebook sono in crescita. Attraverso i social network il pedofilo, fornendo una falsa identità, può eliminare le differenze di età o culturali che normalmente pongono dei limiti nelle relazioni tra minori e adulti. “Malgrado le sollecitazioni fatte, denuncia don Di Noto, Meter non riceve il giusto interesse dalle Polizie internazionali per una collaborazione sul monitoraggio della pedofilia on line”. “Tema che rimane argomento sommerso anche per le forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda  la lotta alla criminalità pedofilica”.  Dal Report 2014 emerge inoltre l’aumento delle violenze sessuali di adulti sui neonati. Luca Collodi ne ha parlato con don Fortunato di Noto:

R. - É uno dei dati più drammatici di questo Report 2014. I numeri dei bambini neonati che abbiamo contato, uno ad uno quest’anno, come anche altre immagini e video, non sono solo impressionanti ma sono veramente gravissimi; ne abbiamo contati più di 600. Quindi 600 neonati che sono stati violati. La cosa che fa riflettere è che una percentuale altissima coinvolge le donne; donne che in maniera chiara, esplicita, drammatica, crudele, hanno violato sessualmente i neonati. Quest’anno abbiamo segnalato alla Polizia postale Italiana e alle polizia estere 574.116 foto pedofile che ritraggono bambini dai tre ai 16 anni e 95.882 video; ore ed ore di riprese durante le violenze perpetrate sull’infanzia.

D. - L’Italia e l’Europa come sono posizionate nelle violenze di minori neonati?

R. - L’Europa ha il primo posto in questa mappatura mondiale. Si tenga conto che con gli Stati emergenti, cioè dove sono allocati i siti  - e devo essere anche onesto lo dico anche come denuncia pubblica qui dalla Radio Vaticana - non c’è affatto collaborazione per contrastare il crimine. Ad esempio, la Slovacchia è al primo posto, la Russia, poi Montenegro, Lettonia e Groenlandia … In Groenlandia ci sono i ghiacciai! Poi abbiamo l’Africa al secondo posto, ancora una volta la Libia - scenario di guerra di questi giorni –  che risulta al primo posto: qui ci sono 701 siti pedopornografici. Poi le isole Mauritius, lo Zambia …

D. - Parliamo di Paesi dove sono collocati i server dei siti pedopornografici?

R. - Paradisi sessuali e, perché no, anche fiscali. Il problema è che allocano il loro prodotto - perché di fatto lo è - lo commerciano, smerciano, producono e vendono in tutti questi Paesi dove c’è una legislazione latente, una non collaborazione internazionale anche da parte della civilissima America, come anche dell’Asia e del Giappone. È un mondo, una mappa impressionante dove sono centinaia di migliaia iminori coinvolti: stiamo parlando solo di pedofilia; bambini da zero a 13 anni!

D. – Don Di Noto, qual è la differenza tra i casi di pedofilia e quelli di pedopornografia?

R. - La pedofilia innanzi tutto riguarda l’abuso vero e proprio che accade nella vita reale dei bambini. I pedofili preferiscono come età - per una loro perversione criminale - i bambini che vanno da pochissimi giorni fino ad un massimo di 13 anni, l’età prepuberale. Quindi anche la produzione del materiale video, delle foto avviene con soggetti che hanno questa età. Il dato che stiamo dando oggi, per far smuovere non solo le coscienze ma il mondo della politica, quello culturale e religioso è  per dire: “Guardate, che si siamo veramente di fronte ad un crimine contro l’umanità”.

D. - Chi è oggi il pedofilo?

R. - Il pedofilo è il soggetto più integrato della società. Non si pensi mai che il pedofilo sia colui che non si cura della propria persona, un debosciato, un clochard o un poveraccio di strada. È molto integrato nella società, raffinato nella sua mentalità, consapevole di poter esser impunito da questo punto di vista, perché c’è una società che, in fondo in fondo, sembra normalizzare il fenomeno. E nonostante ci siano leggi che contrastano il fenomeno, proprio per questa logica perversa che c’è nella società, non si sentono condannati, quindi integrati: personaggi con il colletto bianco, che possono anche fare turismo pedofilico in qualsiasi Paese del mondo senza essere puniti, nonostante la legge … Allora questo ci fa percepire come, di fatto, il pedofilo sia colui che, in fondo in fondo, è quasi accettato dalla società.








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