Grande festa nell’Aula Paolo VI per l'incontro del Papa con le famiglie del Cammino neocatecumenale che partono in missione per portare il Vangelo nel mondo. Ascoltiamo i loro commenti raccolti da Marina Tomarro:
Prima coppia (marito)
R. – Abbiamo conosciuto nella nostra vita Gesù Cristo che ci ha riempito la vita, e abbiamo sentito questa chiamata, una vocazione. E non abbiamo detto di no.
D. – Come avete comunicato ai vostri figli: “si lascia l’Italia e andiamo in missione”?
(moglie)
R. – Abbiamo detto che andremo a portare questo dono
che il Signore ha fatto alla nostra vita ad altri fratelli e loro saranno parte integrante
e fondamentale di questa missione.
Seconda coppia
D. – Dove andrete in missione?
(marito)
R. – In Francia, a Grenoble.
D. – In una società come quella attuale, qual è la molla che spinge a dire: “Vado ad annunciare la Parola di Dio”?
(marito)
R. – Abbiamo fatto esperienza noi per primi nella
nostra vita dell’amore di Dio e quanto questo ci abbia salvati come famiglia; quindi
penso che sia l’unica cosa che possiamo portare: una speranza anche per queste persone
che magari sono come ero io prima di avere questa esperienza di Cristo.
(moglie)
D. – E lei, signora?
R. – Gratitudine per quello che ha fatto il Signore nella nostra vita.
Terza coppia
D. – Voi andrete in missione in Islanda: qual è stata
la molla che vi ha suggerito “andiamo”?
(marito)
R. – Noi abbiamo avuto un’esperienza precedente al
matrimonio e poi in tutto il nostro matrimonio, in cui abbiamo visto che il Signore
è stato buono con noi, che è stato fedele alla nostra vita, ci ha donato sei figli,
ha fatto tutta una storia … E abbiamo visto che questo ci ha salvato e questo in funzione
di un annuncio che abbiamo ricevuto. E quindi abbiamo sentito che questo annuncio
era bene che noi lo portassimo anche agli altri e allora abbiamo dato la nostra disponibilità.
D. – Cosa vuol dire andare in missione in una società come quella attuale?
(marito)
R. – Noi abbiamo visto, attraverso l’esperienza di
altri fratelli, che già il fatto di vedere famiglie che si spostano e che si relazionano
in un modo nuovo, già per questo piccolo annuncio le persone si interrogano, perché
comunque l’annuncio passa sempre attraverso un interrogativo.
(moglie)
D. – Signora, qual è il messaggio che porterete?
R. – Un messaggio d’amore: che il Signore ti ama, così come sei. Semplicemente.
D. – Dove andrete voi, in missione?
(marito)
R. – A Sydney. E’ una chiamata del Signore. Noi ci
siamo incontrati durante la giornata Mondiale per la gioventù a Sydney, in Australia,
e in quell’occasione ci fu data una parola dal nostro catechista: che chi si sarebbe
fidanzato o sposato aveva un debito verso quella terra. E il caso ha voluto che siamo
stati mandati proprio là.
D. – Che cosa vi aspettate da questa terra?
(moglie)
R. – Non ho idea di cosa ci aspetti; sicuramente ci
aspettiamo che il Signore ci aiuti. Quindi alla fine sarà lui a fare tutta la storia.
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