2015-03-06 14:25:00

Famiglie in missione: doniamo la gioia della fede che abbiamo ricevuto


Grande festa nell’Aula Paolo VI per l'incontro del Papa con le famiglie del Cammino neocatecumenale che partono in missione per portare il Vangelo nel mondo. Ascoltiamo i loro commenti raccolti da Marina Tomarro:

Prima coppia (marito)

R. – Abbiamo conosciuto nella nostra vita Gesù Cristo che ci ha riempito la vita, e abbiamo sentito questa chiamata, una vocazione. E non abbiamo detto di no.

D. – Come avete comunicato ai vostri figli: “si lascia l’Italia e andiamo in missione”?

(moglie)
R. – Abbiamo detto che andremo a portare questo dono che il Signore ha fatto alla nostra vita ad altri fratelli e loro saranno parte integrante e fondamentale di questa missione.

Seconda coppia
D. – Dove andrete in missione?

(marito)
R. – In Francia, a Grenoble.

D. – In una società come quella attuale, qual è la molla che spinge a dire: “Vado ad annunciare la Parola di Dio”?

(marito)
R. – Abbiamo fatto esperienza noi per primi nella nostra vita dell’amore di Dio e quanto questo ci abbia salvati come famiglia; quindi penso che sia l’unica cosa che possiamo portare: una speranza anche per queste persone che magari sono come ero io prima di avere questa esperienza di Cristo.

(moglie)
D. – E lei, signora?

R. – Gratitudine per quello che ha fatto il Signore nella nostra vita.

Terza coppia
D. – Voi andrete in missione in Islanda: qual è stata la molla che vi ha suggerito “andiamo”?

(marito)
R. – Noi abbiamo avuto un’esperienza precedente al matrimonio e poi in tutto il nostro matrimonio, in cui abbiamo visto che il Signore è stato buono con noi, che è stato fedele alla nostra vita, ci ha donato sei figli, ha fatto tutta una storia … E abbiamo visto che questo ci ha salvato e questo in funzione di un annuncio che abbiamo ricevuto. E quindi abbiamo sentito che questo annuncio era bene che noi lo portassimo anche agli altri e allora abbiamo dato la nostra disponibilità.

D. – Cosa vuol dire andare in missione in una società come quella attuale?

(marito)
R. – Noi abbiamo visto, attraverso l’esperienza di altri fratelli, che già il fatto di vedere famiglie che si spostano e che si relazionano in un modo nuovo, già per questo piccolo annuncio le persone si interrogano, perché comunque l’annuncio passa sempre attraverso un interrogativo.

(moglie)
D. – Signora, qual è il messaggio che porterete?

R. – Un messaggio d’amore: che il Signore ti ama, così come sei. Semplicemente.

D. – Dove andrete voi, in missione?

(marito)
R. – A Sydney. E’ una chiamata del Signore. Noi ci siamo incontrati durante la giornata Mondiale per la gioventù a Sydney, in Australia, e in quell’occasione ci fu data una parola dal nostro catechista: che chi si sarebbe fidanzato o sposato aveva un debito verso quella terra. E il caso ha voluto che siamo stati mandati proprio là.

D. – Che cosa vi aspettate da questa terra?

(moglie)
R. – Non ho idea di cosa ci aspetti; sicuramente ci aspettiamo che il Signore ci aiuti. Quindi alla fine sarà lui a fare tutta la storia.








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