Nuovo attacco in Nigeria del gruppo terroristico islamista di Boko Haram in un villaggio del nord est. Uccisi tutti gli uomini, sia giovani sia anziani. Giulio Albanese
Della strage si è avuto notizia solo ieri, perché il villaggio di Njaba si trova in una regione difficile da raggiungere nello stato del Borno. Tutti uomini sgozzati e trucidati, alcuni anche all’interno di una moschea. La furia omicida dei Boko Haram – davvero è il caso di dirlo - non conosce limiti. I miliziani sono penetrati nel villaggio di Njaba, hanno prima separato le donne dal resto della comunità e poi hanno infierito su uomini e ragazzi, alcuni anche di 12 anni. Le vittime, circa settanta, era tutte musulmane. Prima di ritirarsi, i terroristi hanno dato fuoco alle case. E dopo Njaba la caccia all’uomo è proseguita in altri centri. Anche in questo caso i miliziani hanno scelto come proprie vittime gli uomini e i ragazzi, in particolare tra i componenti della comunità Shuwa-Arab, situata lungo il confine tra la Nigeria ed il Ciad, risparmiando invece l’etnia dei Kanuris alla quale appartengono molti dei miliziani jihadisti. Stando a fonti locali, si tratterebbe della vendetta dei miliziani dopo l’adesione del Ciad al contingente panafricano anti Boko Haram. Sta di fatto che è evidente: non si tratta di una guerra di religione, ma di una strumentalizzazione da parte dei Boko Haram della religione per fini eversivi
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