“Crescere ed educare”: ha questo tema la 30.ma Giornata diocesana dell’insegnamento promossa a Madrid dalla Conferenza episcopale locale per domani, sabato 7 marzo. L’evento vuole celebrare il 50.mo anniversario della Gravissimum Educationis, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sull'educazione cristiana. In vista dell’avvenimento, mons. Carlos Osoro, arcivescovo di Madrid, ha diffuso un messaggio in cui ribadisce l’importanza dell’insegnamento cattolico.
L’evangelizzazione va accompagnata all’educazione
Partendo dal principio che la missione evangelizzatrice ecclesiale deve essere accompagnata
da “un obiettivo educativo”, mons. Osoro ricorda che la Chiesa “è stata presente nella
scuola sin dai suoi inizi, per offrire ai giovani una formazione integrale che li
aiuti ad inserirsi nella società e a dare un senso alla loro vita”. Tuttavia, sottolinea
il presule, a cinquant’anni dal Concilio, il panorama educativo è molto cambiato,
e sono quindi diversi gli aspetti da considerare. In particolare, mons. Osoro ne indica
tre.
Formare i giovani con esempi e testimonianze credibili e coerenti
Il primo riguarda il difficile contesto sociale attuale: “Le famiglie – spiega il
presule – si trovano immerse in una dinamica accelerata di cambiamenti sociali e ciò
le porta a sentirsi disorientate nell’educare i figli”. Non solo: l’arcivescovo di
Madrid evidenzia che oggi sono molti gli ambiti a cui i ragazzi fanno riferimento
per l’apprendimento, come Internet ed i social network. Di fronte a tali contesti
critici, però, - è l’esortazione del presule – “non ci si può rassegnare per lasciarsi
trascinare dal pensiero dominante”. Piuttosto, la Chiesa deve ribadire l’autentica
finalità dell’educazione, ovvero la formazione integrale della persona, affinché quest’ultima
possa “vivere in pienezza e portare il suo contributo al bene comune della società”.
Tale educazione, sottolinea ancora il presule, deve essere offerta soprattutto attraverso
“esempi e testimonianze credibili e coerenti”.
Promuovere il dialogo interreligioso e con i non credenti
In secondo luogo, mons. Osoro evidenzia che “in un mondo sempre più globalizzato”,
l’educazione scolastica deve aiutare i giovani a “comprendere la crescente complessità
dei fenomeni mondiali ed a vincere il sentimento di incertezza che essi suscitano”.
Da qui, aggiunge il presule, deriva l’importanza del dialogo e del confronto tra i
cattolici, i non credenti e i seguaci di altre religioni. Per questo, “molte scuole
cattoliche sono frequentate da alunni non cristiani e non credenti”, così che – come
ribadito spesso da Papa Francesco - si possa promuovere “il diritto di tutti all’accesso
al sapere ed alla conoscenza”.
Il sapere deve dare un senso alla vita
In terzo luogo, l’arcivescovo di Madrid ribadisce che “l’educazione scolastica cattolica
non può ridursi alla mera trasmissione di conoscenza”, bensì deve “coltivare negli
alunni quelle facoltà e capacità che permettano loro di affrontare le domande sul
significato della vita, aiutandoli a dare una risposta che sia un’adesione libera
e ragionata alla Parola di Dio”. Infine, mons. Osoro conclude il suo messaggio con
l’auspicio che la Giornata diocesana dell’insegnamento “accresca negli educatori l’interesse
e l’impegno per una vera formazione integrale dei giovani”.
Focus sull’ora di religione
Promossa dalla Delegazione episcopale per l’insegnamento, la Giornata avrà inizio
intorno alle 11.45 con il discorso inaugurale di mons. Osoro. Seguiranno altri relatori
ed altri temi, tra i quali quello dell’ora di religione, al centro di un dibattito
politico particolarmente acceso in Spagna sul fatto se essa debba essere obbligatoria
o facoltativa. (I.P.)
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