2015-03-07 13:06:00

Mons. Szyrokoradiuk: solidarietà internazionale per l'Ucraina


Ucraina: i separatisti russi hanno annunciato oggi di aver completato il ritiro delle loro armi pesanti dalla linea del fronte. Intanto l’Unione Europea vigila sulle regioni orientali del Paese e, secondo il segretario generale dell'Osce "il cessate il fuoco sostanzialmente tiene nonostante alcune violazioni". Le sanzioni europee contro la Russia continuano ad essere uno strumento flessibile: lo ha ribadito l'alto rappresentante dell’Ue per gli Esteri, Federica Mogherini, ma - ha sottolineato il ministro degli Esteri lettone Rinkevics - perchè la pressione su Mosca aumenti, occorre riscontrare "un grave deterioramento della situazione". In una discussione tra i 28 ministri degli Esteri al Consiglio Ue informale di Riga si è parlato soprattutto su come l'Unione Europea può aiutare l'attuazione dell'accordo di Minsk", e su come contribuire "in modo più efficace" al sostegno umanitario all’Ucraina. Sulla situazione nel Paese, Adriana Masotti ha raccolto la testimonianza di mons. Stanislav Szyrokoradiuk, vescovo latino di Kharkiv-Zaporizhia e direttore della Caritas ucraina, in questi giorni a Castelgandolfo per partecipare al Convegno dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari:

R. – Prima di tutto, voglio sottolineare che in Ucraina non esiste nessuna guerra civile: nella diocesi che guido come vescovo, ci sono sette regioni. Questo conflitto si svolge in due di queste regioni, ma questo non è un conflitto tra ucraini, solo aggressione da parte della Russia. Adesso abbiamo più di 10.000 soldati che sono venuti dalla Russia. Se si trattasse di un problema soltanto ucraino, lo avremmo risolto già tanti mesi fa; ma questo non è un problema solo tra ucraini. L’Ucraina adesso è molto unita, siamo insieme, tutta l’Ucraina. Viviamo nelle 24 regioni del Paese e ricordo ancora: questo conflitto riguarda solo due regioni che sono vicine alla Russia, e perciò confidiamo nella solidarietà dell’Europa, nella solidarietà cristiana e, come ha detto anche il Papa, preghiamo insieme.

D – Dove sta, allora, la possibilità di una soluzione del conflitto?

R. – Io penso che senza l’aiuto dell’Europa, senza embarghi ad esempio, non è possibile risolvere questo problema. L’Ucraina, rispetto alla Russia, è troppo debole e quindi per noi è molto difficile da soli.

D. – Quali sono le necessità della gente, attualmente?

R. – Il problema grande è di carattere umanitario. Ci sono già molti morti di fame, in queste regioni e per noi è molto difficile aiutare, perché la linea di fuoco è chiusa, noi non possiamo andare lì. Io penso che con le sue sole forze l’Ucraina non possa risolvere questa situazione e quindi confidiamo nell’aiuto internazionale.

D. – In questo contesto è possibile parlare di dialogo tra cattolici e ortodossi?

R. – Il problema non è tra cattolici e ortodossi: non è questo, il problema. Cattolici e ortodossi, insieme preghiamo per la pace. La Chiesa romana cattolica è più pro-Europa, ma il dialogo è possibile, tutto è possibile, ma manca la pace, manca la pace. Nella situazione attuale, questo dialogo non è possibile. Però, tutti insieme vogliamo aiutare la nostra gente e facciamo tutto il possibile. Io sono responsabile della Caritas: facciamo tantissimi progetti sociali per aiutare i profughi e tanti altri. Adesso, ci sono oltre un milione di profughi solo dalle due regioni di Lugansk e di Donetsk.

D. – Lei in questi giorni sta vivendo un clima tutto diverso, dove al centro c’è la fraternità. Come tornerà poi nella sua terra?

R. – Tornerò arricchito da questa spiritualità. Io sono francescano e per me è sempre stata molto importante l’educazione o formazione permanente per i sacerdoti, anche per vescovi. Adesso mi mancano queste riunioni, ma qui ho trovato una spiritualità molto, molto profonda e anche tanta fraternità e questo è molto importante per noi vescovi. Mi piace molto: è la mia prima volta, ma non credo che sarà l’ultima … 








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