“Donne seminatrici di sviluppo”. E’ il tema dell'evento intitolato "Premio Voices of Faith" che si è svolto ieri pomeriggio in Vaticano. Il riconoscimento è dedicato alle donne che si occupano di promuovere la dignità di altre donne costrette a vivere in condizioni di gravi difficoltà materiali e morali in ogni parte del mondo. Il servizio di Marina Tomarro:
Donne che aiutano altre donne ad avere una vita migliore, attraverso l’istruzione e un lavoro che permetta di vivere in maniera dignitosa, mettendo spesso a rischio anche la propria vita. Sono queste le donne premiate da “Voices of faith”. Tante le storie racconte, come quella di suor Marta Pelloni che in Argentina ha dedicato la sua vita a salvare le vittime della tratta. Ascoltiamo la sua testimonianza:
R. – En estos momentos…
Al momento oggi, abbiamo 35 iniziative in varie province
e città argentine, create per la sensibilizzazione, perché questa passi alla società,
passi per il cuore, per i sentimenti; sono iniziative nell’ambito della tratta, del
traffico, dello sfruttamento sessuale e commerciale di ragazze e ragazzi adolescenti,
degli abusi sessuali domestici, della violenza di genere e della droga; parliamo di
attività con gruppi interdisciplinari formati da assistenti sociali, lavoratrici sociali,
avvocati e psicologi, per lavorare gratuitamente, volontariamente. Sono tre figure
indispensabili per assistere le vittime in questi ambiti. Fondamentalmente bisogna
che siano presenti le forze vive in queste iniziative - la giustizia, la municipalità,
il governo, l’educazione, la salute, i giudici, i quartieri, le donne, gli universitari,
le Chiese al plurale - perché tutti si sensibilizzino e si impegnino in questi problemi,
che sono sociali e che inoltre rappresentano la vita minacciata oggi; lì dove fanno
male, nel mondo intero, la tratta e il traffico, il reclutamento delle persone per
lo sfruttamento dal punto di vista lavorativo, sessuale, commerciale - la donna si
vende: viene comprata e venduta durante il giorno più che la droga - e il traffico
di organi. Questo è il dolore del mondo oggi, una vita minacciata.
E fondamentale per molte donne è il ruolo dell’istruzione, come via di fuga da esistenze molto dure. Mary McFarland, insieme alla sua famiglia si reca nei campi profughi di tutto il mondo, per aiutare i giovani ad acquisire un diploma e poter così guardare al futuro con maggior speranza. Ascoltiamo la sua esperienza:
R. – I do this work of higher education at the margins because of this true belief
that …
Svolgo la mia opera di educazione superiore per gli
emarginati perché sono fermamente convinta del fatto che l’istruzione consente alle
persone di vedere il mondo e i problemi in maniera diversa, ci vengono in mente soluzioni
nuove … Una cosa ormai è chiara: ci sono oltre 50 milioni di persone costrette a vivere
ai margini delle società e con l’educazione superiore possiamo creare il presupposto
per cui la loro voce possa essere ascoltata. Come possiamo pensare di trovare soluzioni
ai problemi del mondo, senza aver capito che queste persone, che hanno sperimentato
le situazioni più gravi, hanno bisogno del supporto dell’istruzione in modo che imparino
a comprendere quello che vedono, quello che fanno, quali siano le necessità? Ci sono
cose semplici come corsi di agricoltura per le donne, per insegnare loro come seminare
e far crescere le colture; affrontare con loro la questione del suolo: come mantenerlo
sano … Quindi, nozioni molto pratiche che possono cambiare la loro vita e tutto questo
attraverso l’istruzione e la formazione. Un altro aspetto è questo: riceviamo tantissime
richieste per scuole elementari; ma se non abbiamo i maestri, possiamo costruire tutte
le scuole che vogliamo ma non serviranno a niente. Quindi, con l’educazione superiore
prepariamo le persone all’insegnamento per gli studenti delle scuole elementari e
superiori in tutti i posti del mondo… Mentre da un punto di vista strettamente egoistico,
io imparo tanto quanto imparano gli studenti, perché è veramente fenomenale vederli
raccogliere un’idea, un concetto ed elaborarlo.
E tra le premiate anche suor Hatune Dogan, che tramite la sua fondazione che porta il suo nome cerca con tutte le forze di aiutare e salvare le donne perseguitate e rapite nel mondo. Ascoltiamo la sua testimonianza:
R. – My name is Hatune I am born in …
Il mio nome è Hatune e sono nata in un villaggio nella
Turchia meridionale. Io ho vissuto la persecuzione sulla mia pelle da parte dei villaggi
musulmani vicini, perché eravamo cristiani. Anche se eravamo nel Paese da tempi antichi
e le terre erano nostre, siamo stati perseguitati e abbiamo dovuto lasciare il Paese.
Sono arrivata così in Germania nel 1985, dove ho studiato e ho creato la Fondazione
che si propone di aiutare i poveri, ovunque siano. Siamo oggi presenti in 35 Paesi,
contiamo sulla collaborazione di 5 mila volontari e riusciamo a raggiungere oltre
6 milioni di persone povere, tra i più poveri del mondo e tra i perseguitati, con
un’attenzione particolare alle ragazze rapite e violentate. In India il nostro impegno
è volto a migliorare la posizione delle donne nella società che in quel Paese si trovano
a un livello molto basso. Abbiamo selezionato in India 23 scuole professionali per
le donne: ogni anno rilasciamo certificati professionali a 2.300 ragazze, e questo
le aiuta a vivere.
L’operato di suor Hatun nel corso degli anni arriva in molti Paesi Africani e tra i lebbrosi del Nepal, ma appena la situazione peggiora in Medio Oriente, decide di tornare lì:
R. – In the Middle East we are working….
In Medio Oriente stiamo lavorando con le ragazze rapite:
diamo loro un alloggio, cibo, mezzi di sussistenza in modo che possano vivere, poi
le trasferiamo in luoghi più sicuri, perché non siano rapite di nuovo. Cerchiamo di
aiutarle, anche di portarle in Europa: queste persone sono tutte traumatizzate … Io
personalmente ho conosciuto 262 ragazze che sono finite nelle mani dell’Is, liberate
in diversi modi: noi cerchiamo di salvarle, di portarle in Europa in modo che possano
ricevere le cure adeguate e tornare a sentirsi di nuovo esseri umani. Molte di loro
si suicidano perché non riescono a convivere con l’esperienza che hanno fatto. Ed
è per questo che ho bisogno di aiuto, urgentemente. Ho bisogno di aiuto per continuare
a salvare le ragazze!
All the contents on this site are copyrighted ©. |