2015-03-09 15:00:00

Voices of faith: un premio per donne che aiutano altre donne


“Donne seminatrici di sviluppo”. E’ il tema dell'evento intitolato "Premio Voices of Faith" che si è svolto ieri pomeriggio in Vaticano. Il riconoscimento è dedicato alle donne che si occupano di promuovere la dignità di altre donne costrette a vivere in condizioni di gravi difficoltà materiali e morali in ogni parte del mondo. Il servizio di Marina Tomarro:

Donne che aiutano altre donne ad avere una vita migliore, attraverso l’istruzione e un lavoro che permetta di vivere in maniera dignitosa, mettendo spesso a rischio anche la propria vita. Sono queste le donne premiate da “Voices of faith”. Tante le storie racconte, come quella di suor Marta Pelloni che in Argentina ha dedicato la sua vita a salvare le vittime della tratta. Ascoltiamo la sua testimonianza:

R. – En estos momentos…
Al momento oggi, abbiamo 35 iniziative in varie province e città argentine, create per la sensibilizzazione, perché questa passi alla società, passi per il cuore, per i sentimenti; sono iniziative nell’ambito della tratta, del traffico, dello sfruttamento sessuale e commerciale di ragazze e ragazzi adolescenti, degli abusi sessuali domestici, della violenza di genere e della droga; parliamo di attività con gruppi interdisciplinari formati da assistenti sociali, lavoratrici sociali, avvocati e psicologi, per lavorare gratuitamente, volontariamente. Sono tre figure indispensabili per assistere le vittime in questi ambiti. Fondamentalmente bisogna che siano presenti le forze vive in queste iniziative - la giustizia, la municipalità, il governo, l’educazione, la salute, i giudici, i quartieri, le donne, gli universitari, le Chiese al plurale - perché tutti si sensibilizzino e si impegnino in questi problemi, che sono sociali e che inoltre rappresentano la vita minacciata oggi; lì dove fanno male, nel mondo intero, la tratta e il traffico, il reclutamento delle persone per lo sfruttamento dal punto di vista lavorativo, sessuale, commerciale - la donna si vende: viene comprata e venduta durante il giorno più che la droga - e il traffico di organi. Questo è il dolore del mondo oggi, una vita minacciata.

E fondamentale per molte donne è il ruolo dell’istruzione, come via di fuga da esistenze molto dure. Mary McFarland, insieme alla sua famiglia si reca nei campi profughi di tutto il mondo, per aiutare i giovani ad acquisire un diploma e poter così guardare al futuro con maggior speranza. Ascoltiamo la sua esperienza:

R. – I do this work of higher education at the margins because of this true belief that …
Svolgo la mia opera di educazione superiore per gli emarginati perché sono fermamente convinta del fatto che l’istruzione consente alle persone di vedere il mondo e i problemi in maniera diversa, ci vengono in mente soluzioni nuove … Una cosa ormai è chiara: ci sono oltre 50 milioni di persone costrette a vivere ai margini delle società e con l’educazione superiore possiamo creare il presupposto per cui la loro voce possa essere ascoltata. Come possiamo pensare di trovare soluzioni ai problemi del mondo, senza aver capito che queste persone, che hanno sperimentato le situazioni più gravi, hanno bisogno del supporto dell’istruzione in modo che imparino a comprendere quello che vedono, quello che fanno, quali siano le necessità? Ci sono cose semplici come corsi di agricoltura per le donne, per insegnare loro come seminare e far crescere le colture; affrontare con loro la questione del suolo: come mantenerlo sano … Quindi, nozioni molto pratiche che possono cambiare la loro vita e tutto questo attraverso l’istruzione e la formazione. Un altro aspetto è questo: riceviamo tantissime richieste per scuole elementari; ma se non abbiamo i maestri, possiamo costruire tutte le scuole che vogliamo ma non serviranno a niente. Quindi, con l’educazione superiore prepariamo le persone all’insegnamento per gli studenti delle scuole elementari e superiori in tutti i posti del mondo… Mentre da un punto di vista strettamente egoistico, io imparo tanto quanto imparano gli studenti, perché è veramente fenomenale vederli raccogliere un’idea, un concetto ed elaborarlo.

E tra le premiate anche suor Hatune Dogan, che tramite la sua fondazione che porta il suo nome cerca con tutte le forze di aiutare e salvare le donne perseguitate e rapite nel mondo. Ascoltiamo la sua testimonianza:

R. – My name is Hatune I am born in …
Il mio nome è Hatune e sono nata in un villaggio nella Turchia meridionale. Io ho vissuto la persecuzione sulla mia pelle da parte dei villaggi musulmani vicini, perché eravamo cristiani. Anche se eravamo nel Paese da tempi antichi e le terre erano nostre, siamo stati perseguitati e abbiamo dovuto lasciare il Paese. Sono arrivata così in Germania nel 1985, dove ho studiato e ho creato la Fondazione che si propone di aiutare i poveri, ovunque siano. Siamo oggi presenti in 35 Paesi, contiamo sulla collaborazione di 5 mila volontari e riusciamo a raggiungere oltre 6 milioni di persone povere, tra i più poveri del mondo e tra i perseguitati, con un’attenzione particolare alle ragazze rapite e violentate. In India il nostro impegno è volto a migliorare la posizione delle donne nella società che in quel Paese si trovano a un livello molto basso. Abbiamo selezionato in India 23 scuole professionali per le donne: ogni anno rilasciamo certificati professionali a 2.300 ragazze, e questo le aiuta a vivere.

L’operato di suor Hatun nel corso degli anni  arriva in molti Paesi Africani e tra i lebbrosi del Nepal, ma appena la situazione peggiora in Medio Oriente, decide di tornare lì:

R. – In the Middle East we are working….
In Medio Oriente stiamo lavorando con le ragazze rapite: diamo loro un alloggio, cibo, mezzi di sussistenza in modo che possano vivere, poi le trasferiamo in luoghi più sicuri, perché non siano rapite di nuovo. Cerchiamo di aiutarle, anche di portarle in Europa: queste persone sono tutte traumatizzate … Io personalmente ho conosciuto 262 ragazze che sono finite nelle mani dell’Is, liberate in diversi modi: noi cerchiamo di salvarle, di portarle in Europa in modo che possano ricevere le cure adeguate e tornare a sentirsi di nuovo esseri umani. Molte di loro si suicidano perché non riescono a convivere con l’esperienza che hanno fatto. Ed è per questo che ho bisogno di aiuto, urgentemente. Ho bisogno di aiuto per continuare a salvare le ragazze!








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