2015-03-11 14:05:00

Aborto: per Strasburgo diritto di competenza è degli Stati


Una risoluzione non legislativa, ma che rischia di esercitare una forte pressione politica e culturale sui 28 Paesi dell’Unione. Così il Rapporto Tarabella sull’eguaglianza uomo-donna, approvata a larga maggioranza in questi giorni dal parlamento di Strasburgo, inclusa la parte più controversa che chiede di garantire un "accesso agevole" alla contraccezione e all'aborto, sostenendo la necessità di informare le donne sui loro diritti. ”Un provvedimento contraddittorio”, commenta la Federazione delle Associazioni cattoliche per la famiglia in Europa, che con Nicola Speranza, responsabile rapporti istituzionali e politici della Ong, rilancia :"Continueremo a lottare”. L’intervista è di Gabriella Ceraso:

R. – Si è trattato di un risultato contraddittorio, perché sono state confermate le competenze degli Stati membri – e questo è molto importante – su tematiche attinenti alle politiche sanitarie e tanto delicate, quali l’aborto. Però, dall’altro lato, sono rimasti nel testo tutti i riferimenti che includono l’aborto nella definizione di “diritti sessuali”, una definizione che a livello internazionale di per sé non include l’aborto.  

D. – Perché allora far avanzare il testo, nonostante il mancato riscontro legislativo?

R. – Perchè è in corso una vera battaglia culturale: cultura della vita contro cultura della morte, senza andare a cercare delle vere soluzioni ma facendo di queste questioni delle questioni ideologiche e politiche. Domani, per esempio, ci sarà il voto sulla relazione di un altro eurodeputato socialista, questa volta italiano – la relazione Panzeri – nella quale un’altra volta troviamo questo paragrafo in cui ci si richiama all’aborto come “diritto”. E sono presenti anche dei riferimenti come la legalizzazione delle unioni omosessuali, si criticano anche, per esempio, i referendum nazionali tenutisi in Croazia e in Slovacchia: il referendum in Croazia che ha definito il matrimonio come unione tra uomo e donna a livello costituzionale. Si tratta di discussioni molto sensibili, che vanno anche al di là delle competenze dell’Unione Europea.

D. – Quindi, l’approvazione di questo documento nell’immediato comporta qualche cambiamento per le donne?

R. – Per come è stata approvata, la Relazione non ha alcuna conseguenza immediata sulla legislazione degli Stati membri dell’Unione Europea. Si tratta, piuttosto, di fare una pressione soprattutto su quegli Stati membri nei quali l’aborto resta completamente illegale e anche su quegli Stati, come l’Italia per esempio, che hanno una legge che permette una definizione ben precisa dell’aborto. Invece, parlando di “accesso agevole all’aborto” si va appena al di là di quella che è la realtà nella maggior parte degli Stati membri.

D. – Voi seguite sempre la strada del dialogo, non dello scontro, anche se scontro c’è stato. Ora, dopo questa approvazione, come pensate di muovervi per restare a lavorare comunque a fianco delle donne in difficoltà?

R. – Innanzitutto, sottolineando il lavoro delle associazioni sul terreno in tutta Europa. E poi, a livello nazionale e dell’Unione Europea, sviluppare delle politiche che permettano alle donne di far sì che i loro bambini possano nascere nelle migliori condizioni. A cominciare dal tema dell’equilibrio tra vita familiare e vita lavorativa, oppure la condivisione di buone pratiche in materia fiscale tra gli Stati membri... Ecco, ci sono molti ambiti nei quali l’Unione Europea può farsi amica e non nemica delle famiglie europee. Noi, come Federazione delle Associazioni familiari, continuiamo a portare il nostro messaggio, che è un messaggio di bellezza sulla famiglia e sulla vita, a sostegno della maternità.








All the contents on this site are copyrighted ©.