2015-03-11 13:45:00

Ucraina: manovre militari Usa-Russia, venti di guerra fredda


L’accordo di Minsk non impedisce che quotidianamente si faccia la conta dei morti in Ucraina orientale, dove nelle ultime 24 ore almeno un soldato di Kiev è rimasto ucciso, quattro i feriti. Secondo lo Stato maggiore ucraino, i ribelli filorussi avrebbero inoltre commesso nella notte una decina di violazioni della tregua. Ed è delle ultime ore il giro di vite nei rapporti Usa-Russia. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Sono centinaia i veicoli militari e i carri armati statunitensi arrivati nei Paesi baltici per garantire sicurezza agli alleati della Nato, intimiditi da Mosca che negli ultimi giorni – secondo Washington – avrebbe violato gli accordi inviando carri armati oltre il confine ucraino. La Russia nel frattempo ha anche sospeso la sua partecipazione al Gruppo consultivo per il Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe). Sono inoltre partite esercitazioni militari nella regione meridionale di Stavropol. Sulla situazione in Ucraina è intervenuto oggi anche il cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, alla vigilia della sua partenza per la Bielorussia. Il Vaticano, ha detto, non sta pensando a iniziative particolari, ma sostiene lo sforzo del governo di Minsk di cercare un’uscita negoziata e pacifica alla crisi. La situazione, però, secondo alcuni osservatori starebbe precipitando: lo dimostrano le tensioni, seppur non nuove, tra  Washington e Mosca. Tiberio Graziani, presidente dell’Isag, l'Istituto di Alti studi in geopolitica e scienze ausiliarie:

R. – E’ un braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia che non è da oggi, neanche dall’ultimo anno, ma forse trova le sue radici intorno al 2008, quando si è parlato già della cosiddetta "rivoluzione arancione". In quell’epoca, gli Stati Uniti tendevano ad aumentare il proprio spazio di manovra anche in Europa orientale e chiaramente l’Ucraina diventava uno dei Paesi target in cui la destrutturazione poteva avvantaggiare gli Stati Uniti dal punto di vista geostrategico – cosa che è avvenuta effettivamente nell’arco dello scorso anno, anzi da un paio di anni a questa parte.

D. – Quanto l’Europa, quanto l’Unione Europea, ha sottovalutato i segnali che sono venuti nell’arco di quest’anno, segnali evidenti di questa sorta di "Guerra fredda"?

R. – L’Europa, l’Unione Europea non ha capito molte cose, anche perché l’Unione Europea – va sottolineato ancora una volta – non ha una politica estera vera e propria, in quanto non è un’entità geopolitica come le altre, come ad esempio, gli Stati Uniti e la Russia, e quindi soffrendo di questa mancanza di politica estera unitaria si trova a non comprendere gli avvenimenti con cui poi dovrà far fronte. L’Europa non ha compreso l’importanza della Russia per i Paesi europei, si è sbilanciata troppo sull’alleato d’oltreoceano, e chiaramente ora le conseguenze più dure saranno proprio per i Paesi membri dell’Unione Europea.

D. – Al contrario di ciò che si poteva sperare, la situazione sembra prendere veramente una brutta piega…

R.  – Certamente, sembra prendere una brutta piega. Si parla di manovre Nato, si parla di risposte da parte del Cremlino e di spostamenti verso Riga di carri armati della coalizione Nato, quindi sostanzialmente statunitensi. Questo è molto preoccupante. La piega è brutta però bisogna, chiaramente, tentare sempre e soprattutto la via diplomatica.








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