2015-03-12 13:31:00

Vescovi Australia: per gli aborigeni più servizi dignitosi


“Quale scelta?”: questa la domanda retorica posta da mons. Christopher Saunders, presidente della Commissione episcopale per le relazioni con gli aborigeni della Chiesa in Australia, di fronte alle dichiarazioni del premier, Tony Abbott, che ha definito come “una scelta di stile di vita” il fatto che i nativi vivano in comunità remote del Paese.

Scegliere dove vivere è un diritto umano fondamentale
“Ma dov’è la scelta di vita? – sottolinea mons. Saunders – Le comunità aborigene hanno servizi scandenti e soffrono perché le loro voci non vengono sufficientemente ascoltate”. Attualmente, continua il presule, “i nativi sono costretti a lasciare le loro terre ancestrali per vivere in città. E la realtà è che le persone non sanno dove andare e per questo finiscono per strada, lontane dalle loro terre, dalle loro tradizioni, famiglie, culture e spiritualità”. “È un diritto umano fondamentale – ribadisce il vescovo australiano – scegliere dove vivere, ma sembra che il governo locale stia dando alle comunità aborigene la ‘scelta’ di vivere in comunità con servizi e risorse limitate”.

Occorre parità di diritti tra aborigeni ed altri australiani
Di qui, il richiamo del presule al fatto che “dopo 200 anni di colonizzazione ed esproprio, sicuramente qualcosa è dovuto ai nativi australiani in segno di rispetto e di risarcimento”, tanto più che “studi recenti hanno dimostrato che, quando le comunità aborigene sono supportate nel fornire modelli di gestione delle terre o nel creare nuovi fonti di sostentamento, si sono avuti risultati di gran lunga migliori nell’ambito della sanità e dell’educazione”. Per questo, mons. Saunders conclude: “Come tutti gli altri australiani, i nativi hanno il diritto di accedere ai servizi comunali di base”.

Espropriare altri nativi, un duro colpo per le comunità
Dal suo canto, il Consiglio cattolico per i nativi aborigeni ha definito “un insulto” la definizione del premier Tabbot, evidenziando come “l’esproprio di altre generazioni aborigene impartirà un duro colpo agli standard sanitari ed educativi dei nativi”, mentre “il peso sulle altre comunità cresce quando le popolazioni sono costrette a spostarsi”. (I.P.)








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