2015-03-14 16:30:00

Padre Ellul: jihadisti dell'Is, grande pericolo per Islam


Mons. Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, ha moderato oggi, nel contesto della 28° Sessione del Consiglio per i diritti umani, una Tavola rotonda sulla libertà di religione promosso dalla Fondazione Caritas in Veritate. Il padre domenicano Joseph Ellul, in particolare, da esperto di Cultura e Civiltà islamica e di Filosofia islamica presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica di Roma, ha concentrato il suo contributo sul diritto alla libertà di religione nel delicato contesto medio-orientale.Ascoltiamolo al microfono di Gabriele Beltrami:

R. - Il mio punto era – prima di tutto – di sottolineare la veduta delle quattro dichiarazioni sui diritti umani nell’Islam, per vedere chi è il soggetto, e se è possibile parlare di pluralismo religioso in quel contesto. Dall’altra parte, ho proposto anche un’altra dimensione: cioè di vedere se si può parlare - nel Medio Oriente in modo particolare – di un bilancio, o meglio, di una complementarietà tra cittadinanza e fede religiosa, cioè se una persona che è religiosa possa, come cittadino, dare un suo contributo per il bene del Paese. E io penso che questo bilancio, tra, da una parte la cittadinanza, dall’altra l’essere religioso, possa essere il miglior modo per convivere in un ambiente molto religioso, ma che ha bisogno anche di affermare la propria identità nazionale.

D. – Nel suo intervento ha sostenuto che il secolarismo si fa religione, e certe espressioni della fede divengono ideologie: quale può essere il contributo delle grandi religioni per queste derive?

R. – Bisogna che le religioni si diano da fare per dare una presentazione autentica della religione e per parlare di più della dimensione, del rapporto tra l’uomo e Dio, e per evitare in modo particolare la strumentalizzazione della religione per motivi ideologici: questo da una parte. Dall’altra parte, per combattere l’idea di un certo secolarismo, che sta prendendo un po’ il sopravvento e che vuole lasciare da parte o tenere da parte o evitare che la religione abbia una voce nella vita sociale del Paese.

D. – Parlando dell’Islam non possiamo non ricordare il caso dell’Is … Come valuta la situazione attuale?

R. – Il grande pericolo che vedo, rappresentato dall’Is, è anche un pericolo per lo stesso Islam. Infatti, quello che l’Is vuole creare è una contraddizione di quello che è stato sempre l’Islam: quindi il grande pericolo c’è anche per l’Islam, non solo per le altre religioni! Ed è per questo motivo che l’Islam deve combattere, deve mostrare la sua opposizione e dare anche un più ampio riguardo ai suoi rapporti con le altre religioni.








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