2015-03-15 16:02:00

Il Giappone celebra i 150 anni della scoperta dei "cristiani nascosti"


La Chiesa giapponese ricorda il 150.mo anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti” che, dopo una feroce e lunga persecuzione iniziata nel 1600, uscirono dalle catacombe riacquistando la libertà religiosa. Dopo l'espulsione di tutti i sacerdoti dal Paese, furono i laici a trasmettere in modo clandestino la fede, battezzando i propri figli a rischio della vita. Per l’occasione Papa Francesco ha inviato a Nagasaki, come suo inviato speciale alle celebrazioni, il cardinale filippino Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato. Sull'evento, ascoltiamo padre Mario Bianchin, missionario del "Pime" in Giappone, al microfono di Marina Tomarro:

R. – E’ un appuntamento che si celebra soprattutto a Nagasaki, dove è avvenuta questa scoperta degli antichi cristiani. Il giorno esatto sarebbe il 17 marzo. La Chiesa in Giappone ricorda ogni anno questa scoperta. È un segno di come le radici della fede cristiane siano profonde in Giappone.

D. - Come vivono i giapponesi cristiani?

R. - I giapponesi prendono sul serio la fede. Qui in Giappone sono pochi quelli che provengono da famiglie cristiane e perciò i cristiani generalmente si sentono impegnati nella fede che hanno scelto. Le comunità si sentono impegnate con la loro identità di Chiesa cattolica. Ma c’è ancora un grande cammino da fare. Si tratta, comunque, di una popolazione cattolica di una certa qualità. Ci sono due tradizioni in Giappone per quanto riguarda la Chiesa cattolica: una tradizione che si rifà alla prima evangelizzazione del Paese ai tempi di San Francesco Saverio e fa riferimento alla scoperta degli antichi cristiani e l’altra, invece, che è successiva, risale al periodo della modernizzazione, quando il Paese iniziò e cercò di imitare i Paesi sviluppati dell’Europa e dell’America. In quel periodo iniziò la seconda evangelizzazione del Giappone, circa 150 anni fa. Queste due correnti sono ancora visibili e costruiscono un po’ la base dell’identità della Chiesa in Giappone.

D. - Quali sono i rapporti tra i giapponesi cristiani e quelli delle altre religioni attualmente?

R. - Buoni. I cattolici in Giappone non hanno difficoltà di nessun tipo nei confronti delle altre religioni. Forse non c’è ancora un grande entusiasmo nel far crescere queste relazioni, questo dialogo. Si sente che manca la preparazione per questo. Le varie comunità, soprattutto buddiste, sono coinvolte nel dialogo che la Chiesa auspica e promuove. Sono presenti delle attività della Chiesa durante tutto l’anno.

D. - Come arriva in Giappone il messaggio di Papa Francesco?

R. - Si sentono provocati dallo stile di Papa Francesco. Io penso che tutti desidererebbero vederlo. Speriamo che trovi il modo di venirci a trovare in Giappone.








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