2015-03-16 13:52:00

Utero in affitto. Pensiero unico non ammette contraddittorio


Ha scatenato una vera e propria campagna di boicottaggio ai danni di Dolce&Gabbana la dichiarazione di Domenico Dolce su Panorama, sulla pratica dell’utero in affitto. “Sono gay, non posso avere un figlio. Tutti nasciamo da un padre e una madre – ha dichiarato - per questo non mi convincono i figli della chimica, i semi scelti da un catalogo”. Solidarietà dalla Manif pour tous, movimento laico nato in Francia a difesa della libertà di espressione e della famiglia naturale. Paolo Ondarza ha intervistato il portavoce Filippo Savarese:

R. - Questo è solo l’ultimo di tantissimi casi che ci deve far rendere conto di una situazione in cui ormai viviamo: chi è a favore della famiglia, come unione fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna da proteggere e da tutelare, e a favore dei diritti dei bambini di potere conoscere e crescere con i loro genitori - il loro papà e la loro mamma - oggi vede la sua libertà violata, menomata. Dobbiamo assolutamente contrastare questo. 

D. - L’ideologia omosessualista che, questo è un caso eclatante, non si identifica con l’omosessualità e con le persone omosessuali è espressione davvero di quella dittatura del pensiero unico più volte denunciata da Papa Francesco?

R. - Sì, non c’è alcun dubbio. Questi interessi ideologici hanno anche un loro riscontro economico: si cerca non solo di imporre un sistema unico di pensiero ma soprattutto di limitare la libertà di chi si oppone a questo sistema. Bisogna ricordare che quello che hanno detto Dolce e Gabbana in realtà non riguardava neanche il discorso dei matrimoni o delle unioni gay, e neanche quello delle adozioni. Riguardava quelle pratiche tecnologiche con cui una coppia, una di due uomini ed una di due donne, può decidere di privare un bambino del papà o della mamma. Loro hanno semplicemente detto: ”Questo è sbagliato secondo noi, perché tutti nasciamo da un papà e da una mamma e – usando questa bella espressione, hanno aggiunto - questo non passa di moda”. Chi ha interesse che questa idea non rimanga maggioranza? Chi ha interessi economici affinché le pratiche di fecondazione eterologa o di maternità surrogata  - l’utero in affitto - siano incrementate, siano il nuovo mercato del capitale. Quindi per questo bisogna opporsi a questa imposizione del pensiero unico, perché ci porta verso il mercato dei figli nel quale purtroppo gran parte del mondo è già oggi immersa.

D. - Pensiero unico che colpisce indifferentemente anche persone dichiaratamente omosessuali. Voi potete citare dei casi all’interno del vostro movimento in Francia e in Italia, di persone omosessuali che non si identificano, appunto con il pensiero unico, e che per questo motivo hanno subito delle conseguenze?

R. – Sì: la Manif pour tous francese fece notizia quando scesero molti omosessuali in piazza in difesa del matrimonio e dei diritti dei bambini. Addirittura uno dei portavoce della Manif pour tous, Jean Pierre, è omosessuale e anche convivente. Anche lui costantemente dice:” Il fatto che io sia omosessuale non c’entra niente con il fatto che io difendo il matrimonio come istituzione che riconosce la famiglia e che, fondamentalmente, riconosce il diritto dei bambini di crescere con un papà ed una mamma”. Per queste affermazioni Jean Pierre è stato ferocemente attaccato dalle associazioni Lgbt del movimento gay; addirittura deve girare con una scorta per evitare dei veri  e propri attentati alla sua persona. Quello che noi difendiamo, quello che noi sosteniamo non ha una radice confessionale politica, non è un’idea o una morale che i bambini nascano da un papà e da una mamma; è un fatto pratico come lo sono gli alberi, le nuvole, il sole, … Noi dobbiamo difendere la realtà, perché i bambini non nascono da due donne o da due uomini. Se si trovano a vivere con due donne o due uomini vuol dire che qualcuno li ha privati della possibilità di conoscere o il loro papà o la loro mamma. Crediamo che questo sia un crimine contro i diritti umani.








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