2015-03-18 13:49:00

Francia, fine vita. D’ornellas: legislastore sostituisce medico


Approvata ieri in Francia, in prima lettura, dall’Assemblea Nazionale la nuova proposta di legge sul fine vita, esaudendo la promessa elettorale del presidente Hollande, espressa nel maggio 2012. Il testo - presentato da due deputati di opposti schieramenti, il socialista Claeys e il neogollista Leonetti - dovrà passare al vaglio del Senato tra maggio e giugno. Aspre polemiche hanno accompagnato la votazione di una normativa che solleva profondi interrogativi etici. Il servizio di Roberta Gisotti:

La nuova legge introduce il diritto di "sedazione profonda, continua" e irreversibile fino alla morte per i pazienti in fase terminale che ne facciano richiesta anche anticipatamente per rifiutare l’accanimento terapeutico. Tali disposizioni saranno vincolanti per i medici che non potranno opporsi, in alcun modo, anche se il quadro clinico del paziente dovesse indicare a loro giudizio un trattamento diverso che non sia quello di portare a morte il paziente. Se il premier Valls ha giudicato il testo "equilibrato", gli oppositori politici alla legge denunciano la liberalizzazione di un "diritto alla morte", che mette all’angolo le cure palliative, falsamente additate come troppo onerose per il sistema sanitario. Contraria la stessa Accademia della Medicina che ha espresso pesanti riserve, cosi anche la Chiesa cattolica e la cordata associativa "lenire senza uccidere", sostenuta dal noto paraplegico Phillippe Pozzo di Borgo ; molti gli appelli a bocciare la legge di leader cristiani, ebraici musulmani. Questo il parere del vescovo di Rennes mons. Pierre D’Ornellas, presidente del gruppo di lavoro sul fine vita della Conferenza episcopale, al microfono di Etienne Pépin, direttore di RCF Alpha (Rennes):

R. – "Ce n’est pas une nouveauté, puisque déjà pour la loi de 2005 qui refuse …
Non è una novità: infatti già la legge del 2005 che rifiuta l’accanimento terapeutico prevede la possibilità di prescrivere una sedazione profonda e continua di caso in caso, quando la prognosi vitale lo preveda e questa possibilità viene nuovamente affermata nella proposta di legge di Claeys e Leonetti. Ma ora c’è una novità: la sedazione profonda e continua è presentata come un diritto e se è un diritto significa che il medico non ha più – o rischia di non avere più – il diritto di valutazione, anche collegiale, per prendere una decisione: sarà un diritto ‘imposto’ al medico. Non so, in pratica, come questo si possa fare, perché se è un diritto allora il rapporto di fiducia, il rapporto di cura che è di vicendevole stima tra il paziente e il medico, viene a cessare perché il medico è ‘costretto’ da un diritto legale. E, qualora non ottemperasse a questa richiesta del paziente, potrebbe essere condannato dalla giustizia. Temo che sarà la legge a decidere al posto del medico: è come se il legislatore si sostituisse al medico. Secondo me, questa è una deriva della medicina".








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