2015-03-18 07:48:00

In Israele trionfa Netanyahu. bluff di sondaggi e exit poll


In Israele trionfa alle elezioni anticipate Benjamin Netanyahu. Sconfitto Isaac Herzog contrariamente ai sondaggi e agli exit-poll. Netanyahu sarebbe in grado di formare una maggioranza di destra forte di oltre 60 seggi in parlamento su 120. Graziano Motta

 

E’ stata proprio una grande vittoria quella del leader nazionalista Benjamin Netanyahu, come aveva  affermato in un messaggio diffuso su Internet  ieri sera alle 22 locali, appena chiuse le urne e divulgati gli exit poll, che  però lo davano appaiato in un testa a testa  alla coalizione dei suoi antagonisti.  il laburista Isaac Herzog e la centrista Tzipi Livini. All’alba, a spoglio quasi ultimato,  le proiezioni si sono rivelate fallaci e il distacco è apparso netto, 29 seggi al Likud, 24 all’ “Unione sionista”. Che  “voleva mandare a casa Netanyahu” ed ancora ieri sera,  nel saluto di ringraziamento dei suoi leader ad attivisti ed elettori, era certa di attuare  “il grande cambiamento di Israele “, la  “grande missione”  per la pace con i vicini palestinesi e l’unità nazionale,  rispondendo alle più avvertite problematiche  sociali.  A queste proiezioni aveva dato credito  anche il presidente dello stato Reuven Rivlin, proponendo un governo di unità nazionale che evitasse  “la disintegrazione della democrazia israeliana”. Ora è scontato che Netanyahu, uscito rafforzato dalle elezioni anticipate che aveva voluto,  “fiero della grandezza del popolo d’Israele che nel momento della verità ha saputo prendere la decisione giusta”, formerà un governo “ attento  alla sicurezza nazionale e al benessere di tutti i cittadini”  con quei partiti di centro, religiosi e di destra che gli assicureranno la maggioranza alla Knesset. Dove – e questa è la novità della ventesima legislatura – per la prima volta espressi da una lista unica siederanno 13 deputati della minoranza araba, terzo gruppo parlamentare.

Per una riflessione su questo voto in Israele, Massimiliano Menichetti ha intervistato Marcella Emiliani, storica del Medio Oriente:

 

 








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