2015-03-18 14:06:00

Israele-Netanyahu: nuovo governo in due, tre settimane


"Sono emozionato per l'incarico che il popolo ebraico mi ha affidato ancora una volta, prometto sicurezza e prosperità". Così il premier Benyamin Netanyahu all'indomani della vittoria a sorpresa alle elezioni anticipate che lo porterà, entro due o tre settimane, a formare un nuovo governo con i partiti nazionalisti e religiosi. Al via già i primi colloqui, mentre il leader del centrosinistra Isaac Herzog ammette la sconfitta, ma rilancia: ”continueremo a batterci”. Dura invece la reazione dei Palestinesi anche se l’Unione Europea tiene a ribadire che il processo di pace va incoraggiato. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Netanyahu si è affermato nonostante sondaggi e previsioni sfavorevoli e ha conquistato per il suo partito Likud, 30 su 120 seggi alla Knesset e si prepara ora ad una coalizione che lo potrebbe portare ad una maggioranza di oltre 67 deputati per una legislatura blindata, tra destra nazionalista di Bennett e Lieberman e gli ultraortodossi del partito Kulanu. Fermi alla sconfitta di 24 seggi, i rivali di Campo Sionista, il laburista Herzog e la centrista Livni .La paura da entrambi i fronti è stato un fattore fondamentale nell’esito delle urne, spiega  Marcella Emiliani storica del Medio Oriente, al microfono di Massimiliano Menichetti:

R. - L’unione sionista, cioè la sinistra, confidava sul fatto che Netanyahu avesse operato una sorta di strappo con la presidenza americana, quindi l’alleato più importante e il blocco totale del dialogo con i palestinesi, questo lo avrebbe fortemente penalizzato. Evidentemente gli israeliani si sono spaventati, per quanto diceva Netanyahu, ovvero che il blocco dei tre partiti arabi schierato con l’Unione Sionista avrebbe significato la fine dello Stato d’Israele

Altro significativo risultato del voto è il successo della Lista araba unita che ha ottenuto la cifra record di 14 seggi, rispecchiando una realtà mutata in Israele secondo Aldo Baquiscollaboratore Ansa da Tel Aviv, intervistato da Antonella Palermo:

R. – Potrebbe anche assumere il controllo di alcune commissioni parlamentari importanti. La cosa viene giudicata rilevante perché dimostra la volontà delle popolazione araba in Israele di assumere una maggiore responsabilità nelle cose pubbliche; finora si era accontentata di fare l’opposizione dai banchi esterni del Knesset. Quindi c’è forse un’inversione di tendenza che, secondo molti analisti, va sostenuta e incoraggiata però, al tempo stesso, va detto che da un lato l’affermazione della destra nazionalista religiosa e dei gruppi ortodossi e dall’altro lato l’affermazione della Lista Araba hanno eroso la base di consensi per la sinistra laica socialista o socialdemocratica che si rifaceva, in qualche modo, al modello di Isaac Rabin perché la demografia ha avuto in definitiva l’ultima parola. La demografia premia le comunità ultraortodosse, la popolazione araba, i coloni in Cisgiordania, ma va a scapito di coloro che si basavano un tempo su un movimento laburista organizzato sulla centrale sindacale di Histadrut e sul movimento dei Kibbutz.

Entro due o tre settimane, comunque, il nuovo esecutivo sarà pronto, afferma Netanyahu, mettendo al primo posto sicurezza e benessere di tutti. Resta il nervo scoperto dei rapporti con i palestinesi: Olp e Hamas giudicano questa, una vittoria del razzismo e quindi della resistenza armata. L’Anp rilancia invece l’idea dei due Stati in attesa di nuovi pronunciamenti del neo premier. Quali dunque gli scenari prevedibili? Ancora Aldo Baquis:

R. – Per quanto riguarda le relazioni esterne si prevede che Israele continuerà a trovarsi isolato, perché, ancora nei giorni scorsi, Netanyahu ha assicurato che se resterà in carica provvederà a far sì che non possa nascere uno Stato palestinese indipendente accanto ad Israele. Sono posizioni che sono considerate inaccettabili. Invece la novità più interessante è quella che riguarda la politica interna del governo: Netanyahu includerà nel suo esecutivo il ministro Moshe Kahlon, leader del partito Kulanu. È una formazione assolutamente nuova su base popolare sefardita che si prefigge di diminuire i divari sociali fra chi sta molto bene e i molti che invece non riescono ad arrivare a fine mese, in modo particolare gli ebrei sefarditi, originari dei Paesi arabi, gli arabi israeliani e gli ebrei ortodossi. Quindi Netanyahu sarà indotto dai nuovi rapporti di forze a dedicare maggiore attenzione alla società israeliana.








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