2015-03-19 14:00:00

L’Acat denuncia violenze contro i detenuti in Congo


Violenze, torture, trattamenti disumani o degradanti sarebbero in corso nelle carceri della Repubblica del Congo Brazzaville. A denunciarlo è l’Acat (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) della Svizzera, che mette l’accento sulla diffusione della tortura, delle detenzioni arbitrarie e di condizioni di vita insostenibili che si riscontra sempre più nelle prigioni del Paese africano.

Appello per tutelare la dignità dei prigionieri
La denuncia dell’Acat rientra nella campagna del Venerdì Santo 2015 e mira a chiedere al governo di Brazzaville di attuare condizioni di vita dignitose per i detenuti, in particolare per coloro che sono ritenuti dissidenti politici. “Le torture inflitte – afferma l’Acat in un comunicato – talvolta si sono concluse con la morte del prigioniero, senza che i responsabili venissero perseguiti penalmente”. Più frequentemente, “gli arresti sono illegali, la detenzione provvisoria non viene quasi mai rispettata e solo una minoranza di detenuti ha accesso ad un consiglio giuridico”.

Allarme sovraffollamento, c’è rischio epidemie
L’Associazione, inoltre, denuncia il sovraffollamento delle celle, la cattiva manutenzione delle strutture carcerarie, le precarie condizioni igieniche in cui vivono i prigionieri, anche a causa di “un limitato accesso all’acqua”. Non solo: “I detenuti – sottolinea l’Acat – ricevono una frugale razione di riso solo una o due volte al giorno, dormono praticamente per terra, in celle prive di luce e di aria. E tali condizioni favoriscono il propagarsi delle malattie”.

Lanciata una petizione. Raccolta firme fino al 15 aprile
Per questo, l’Acat lancia una petizione da indirizzare alla presidenza della Repubblica del Congo. La raccolta di firme avrà luogo fino al 15 aprile 2015. “L’Associazione – informa una nota – invita tutti ad impegnarsi per un trattamento conforme alla dignità umana e per il rispetto dei diritti fondamentali delle persone private della libertà”. (I.P.)








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