2015-03-21 11:34:00

A Bologna la giornata del ricordo delle vittime delle mafie


In centomila hanno invaso questa mattina le strade di Bologna per abbracciare i familiari delle vittime innocenti delle mafie, portate nel capoluogo emiliano dall’associazione «Libera». Alla giornata nazionale di impegno contro le mafie, giunta ormai alla sua ventesima edizione, ha partecipato anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Il servizio da Bologna di Luca Tentori:

La lettura di mille nomi ha scandito a Bologna il ricordo delle vittime di mafia. Tra loro Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Libero Grassi, Peppino Impastato, ma anche tante persone meno note. Tutti innocenti, uccisi da organizzazioni criminali che oltre alla vita si sono portate via, per la maggior parte di loro, anche la verità e la giustizia. Da qui parte l’impegno di «Libera» che tra decine di appuntamenti in terra emiliana questa mattina ha sfilato per il centro di Bologna e ieri sera ha tenuto una veglia nella cattedrale di San Pietro con don Luigi Ciotti:

“Una Chiesa che non guarda solo verso il cielo ma che si preoccupa anche dei problemi della terra. Noi siamo qui per riflettere, per pregare, per chiedere a Dio che ci dia una bella pedata per andare avanti, perché nessuno si senta mai a posto, mai arrivato. Per abbracciare questi familiari a cui la violenza criminale ha strappato gli affetti. Io credo che manchi una parola nella nostra Costituzione: la parola verità. La verità illumina la giustizia. Abbiamo bisogno di fare luce, tanta luce per cercare e conoscere delle verità, ma anche luce dentro le nostre coscienze”.

I parenti delle vittime, la ferita aperta delle storie di mafia, hanno ricordato nel silenzio e nella preghiera i loro familiari. Tra loro anche il figlio sacerdote del magistrato Alberto Giacomelli ucciso nel 1988. Don Giuseppe Giacomelli da novello sacerdote celebrò i suoi funerali:

“Io da vittima della mafia come voi, quando celebro la Messa sull’altare, come faccio a separare il sangue di Gesù, non solo dal sangue di mio padre, ma da quello di tutti i miei fratelli, vittime della mafia come me? Allora sappiate che quando io alzo il calice, in quel sangue non c’è solo il sangue del mio papà, ma c’è anche il sangue di tutti i parenti”.

Alla veglia di ieri sera è intervenuto anche il vicario generale della diocesi di Bologna, mons. Giovanni Silvagni, che ha ricordato le vittime della città cadute sotto gli attentati degli anni di piombo dalla strage del Rapido 904, a quella terribile della stazione, fino a Ustica. La storia è passata anche da qui e ha lasciato il segno:

“La nostra città, la nostra diocesi è famiglia delle vittime. Vi sente parenti, vi sente di casa. E’ una visita tra familiari, tra gente che sanno cosa vuol dire, tra gente che hanno condiviso la stessa sofferenza e che condividono la stessa speranza. Siate dunque i benvenuti, siate i benedetti”.








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