2015-03-21 14:08:00

Pensioni: a giugno l'Inps presenta la riforma


L'Inps presenterà una proposta di riforma organica delle pensioni entro giugno prossimo. È quanto annunciato dallo stesso presidente dell’istituto, Tito Boeri, al fine di dare una riposta a quella fascia di persone tra i 55-65 anni che hanno perso il lavoro ma sono ancora lontane dalla pensione. Per creare una sorta di 'reddito minimo' si pensa di trovare risorse dalle pensioni più alte, nelle quali c'è un divario tra quanto si è versato e quanto si percepisce. Boeri vorrebbe anche introdurre una maggiore flessibilità per consentire la pensione anticipata a chi accetta assegni più bassi. Sulla fattibilità di queste proposte Marco Guerra ha intervistato Maurizio Petriccioli, segretario confederale Cisl responsabile di previdenza e fisco:

R. – Il repentino spostamento in avanti dei requisiti pensionistici introdotti dalla Legge Fornero e la cancellazione delle pensioni di anzianità hanno creato questo fenomeno che è stato osservato nella vicenda degli esodati. Si è creta una situazione per cui chi era prossimo all’uscita si ritrova con uno spostamento in avanti della possibilità di uscire. Quindi vanno reintrodotti meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione, consentendo ai lavoratori e alle lavoratrici di scegliere liberamente il momento dell’uscita dal lavoro con il raggiungimento di un’età pensionabile minima. E’ chiaro, come dice Boeri, che occorre che ci siano risorse. Ma prima di pensare a interventi sulle pensioni in essere, io voglio ricordare che comunque la manovra della Legge Fornero ha permesso una riduzione della spesa previdenziale di 80 miliardi, quindi un po’ di quelle risorse potrebbero essere utilizzate. E poi inoltre dico che se si tratta, rispetto alla sua proposta, di mettere un’aliquota per introdurre una sorta di solidarietà tra chi ha di più – parlo di pensioni di decine di migliaia di euro al mese, che sono presenti nel nostro sistema – per potere dare a chi si trova in questa particolare condizione di rigidità dei requisiti di accesso alla pensione, noi siamo d’accordo; se invece si tratta di spostare e colpire le pensioni in essere di chi vive solo della propria pensione, con pensioni di 2.000 euro lorde, quindi 1.100-1.000 euro netti al mese, ovviamente sarebbe un vero e proprio esproprio e a quel punto vogliamo discutere perché non credo che quella sia la strada giusta. Quindi: sì a un contributo di solidarietà per pensioni cosiddette d’oro, ma ovviamente no a soglie in cui si possa pensare che 2.000 euro lorde siano pensioni d’oro: assolutamente sarebbe un intervento sbagliato.

D. – Ecco, un altro tema posto da Boeri è quello di una maggiore flessibilità sulla possibilità di scegliere di andare in pensione prima ma con un assegno più basso.  Questa soluzione potrebbe favorire il turnover negli uffici e quali criticità presenta?

R. – Anche in questo caso, giusta la indicazione di introdurre meccanismi di flessibilità, però bisogna spiegarci bene che cosa significa “prendendo un po’ di meno”: significa delle percentuali di penalizzazioni – il 2%, il 3%, il 4% - o significa, come qualcuno ventila, di passare immediatamente dal sistema retributivo misto al sistema contributivo, il ché significa una riduzione del trattamento pensionistico di un terzo e questo sarebbe del tutto inaccettabile! Anche in questo caso bisogna che, oltre a denunciare il problema, il presidente dell’Inps dica meglio dove colloca le soglie.

D. – E infine c’è il problema dell’innalzamento dell’età pensionabile che scatta con gli incrementi della speranza di vita …

R. – Al 1° gennaio  2016, i requisiti di accesso alle pensioni in base alle medie delle aspettative di vita slittano in avanti di altri quattro mesi. Ma vede, il problema è il fatto che si continua a lavorare su parametri medi che non distinguono tra lavoro e lavoro: ci sono, infatti, lavori più pesanti, lavori più usuranti … Per esempio, un lavoro come quello del professor Boeri, è ovvio che può arrivare anche a 68, 69, 70 anni, anzi: le sue competenze migliorano e può diffondere più sapere. Ma una persona di 67 anni e 7 mesi, 6 mesi, che deve stare sui ponteggi perché lavora nell’edilizia? E’ ovvio che ci sono due usure completamente diverse, è scientifico! E noi usiamo un parametro medio ma non compiamo un’operazione né equa né giusta. Non vediamo l’ora di poterci confrontare per capire come sia possibile modificare questi meccanismi che, indubbiamente, non compiono operazioni eque all’interno del sistema previdenziale.








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