2015-03-22 19:54:00

La minoranza Pd attacca il premier Renzi


Italia. Sul fonte politico il dibattito continua ad intrecciarsi con l’inchiesta giudiziaria della procura di Firenze sulle Grandi Opere. Dopo le dimissioni del ministro Lupi, il premier Renzi respinge le accuse di doppiopesismo nel rapporto tra politica e giustizia; e intanto esclude la scissione nel suo partito, il Pd. Il servizio di Giampiero Guadagni:

Doppio fronte aperto in queste ore per il premier Renzi. Alle prese con il dissenso interno al Pd e con le polemiche seguite alle dimissioni del ministro delle Infrastrutture Lupi. Ieri il duro attacco della minoranza del suo partito, con  D’Alema che propone un fronte comune  contro il premier-segretario accusato di arroganza. Altrettanto dura la risposta di Renzi che in una intervista parla di D’Alema come di una vecchia gloria del wrestling e aggiunge: compito del Pd è cambiare l’Italia. Renzi esclude comunque l’ipotesi di scissione del suo partito. Ipotesi negata anche da gran parte dei dissidenti. Per la tenuta del partito è in particolare l’ex segretario Bersani, peraltro molto perplesso  sulla gestione delle intercettazioni che hanno portato alle dimissioni del ministro Lupi, non indagato dalla procura di Firenze. Una vicenda che sta suscitando molte polemiche: da punti di vista diversi, Grillo e Salvini accusano Renzi di doppiopesismo, cioè di essere garantista con gli amici, inflessibile con gli altri. Cinque Stelle e Lega sottolineano come nel governo siano al loro posto 6 sottosegretari indagati, cinque del Pd e uno del Nuovo centrodestra. Il premier replica: sono garantista, dico no alle dimissioni per avvisi di garanzia, quella di Lupi è stata una scelta personale saggia. Ma nel partito dell’ormai ex ministro, il Nuovo centrodestra, si fa sentire la voce di chi vorrebbe ridiscutere l’alleanza con Renzi. Ma il segretario e ministro dell’Interno Alfano fa sapere: uscire dal governo ora sarebbe una pazzia.








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