2015-03-23 12:42:00

Storia di guerra trasformata in storia di pace a "Rondine"


L'Associazione "Rondine Cittadella della Pace" presenta oggi a Grado il progetto "Capire i conflitti - praticare la pace", che vede come protagonisti giovani provenienti da località di guerra in veste di guide a 600 studenti di tutta Italia, in un percorso alla scoperta degli scenari del conflitto del '15-'18. Una riflessione sul tema della memoria storica e della consapevolezza del nostro presente, in occasione del centenario della Grande Guerra. Ne parla Franco Vaccari, presidente dell'Associazione, al microfono di Claudia Minici:

R. - E' il progetto sul centenario della Prima Guerra mondiale che è stato fatto proprio dal Comitato interministeriale presso Palazzo Chigi per le commemorazioni della Grande Guerra. Rondine è stata scelta tra i tanti progetti perché noi portiamo nei luoghi della Prima Guerra mondiale, in Friuli e in Trentino, giovani da tutta Italia attraverso un percorso di formazione svolto dai giovani di Rondine, che sono i giovani che vengono dai luoghi di guerra. Portano i nostri giovani da tutta Italia, che invece la guerra la vedono in televisione, e attiva la coscienza critica, le suggestioni di testimonianze dirette, in modo tale che un evento di cento anni fa venga tirato fuori e diventi invece forza di cambiamento per l'oggi.

D - E' il quinto anno consecutivo che si ripete il progetto: cosa vi spinge a riproporlo ogni anno?

R. - Ci spinge il successo. Abbiamo visto fin dal primo anno che è andato molto bene, si è esteso il bacino di utenza per cui ormai abbiamo tante città d'Italia. Oggi, portiamo a Grado, in Friuli Venezia Giulia, 150 giovani delle scuole superiori ed è il primo turno di altri quattro turni che si svolgeranno poi nel Trentino. Quindi, noi porteremo circa 600 giovani dalle varie città d'Italia questo primo anno e abbiamo dovuto dire di no ad altri 200 giovani. Ci sembra un "mix" tra storia e dei testimoni diretti, giovani di 24-25 anni che vogliono fare i conti con la loro storia di guerra e trasformarla in una storia di pace.

D - Cinque giorni sono sufficienti per trasmettere agli studenti una nuova consapevolezza rispetto alla storia contemporanea?

R. - Non sono solo cinque giorni perché il percorso è lungo, cominciamo all'inizio dell'anno ad andare nelle classi. Un primo incontro, una mattinata intera in cui i nostri formatori incontrano le classi poi fanno una visita della Cittadella della pace, Rondine, e lì s'innesca l'attesa forte del percorso dei cinque giorni a cui poi segue un accompagnamento sulle ricadute. Quindi, è un percorso che dura un anno scolastico intero.

D - In quale elemento del territorio riecheggia con più forza il ricordo della Grande Guerra?

R. - Noi da cinque anni andiamo in posti sempre diversi, è difficile dare un riconoscimento di primato ad uno di questi luoghi, sia i musei che i musei a cielo aperto come le trincee. Noi li portiamo ad aprile, quando qualche volta c'è la neve, il freddo e il vento. Anche questo contribuisce, pur nel suo disagio, a far capire meglio ai nostri giovani diciassettenni cos'era stare in quei luoghi, non in aprile ma starci in gennaio e starci poi con quei equipaggiamenti di quella tragedia ,che era la guerra del 15-18. Non glielo dico qual è il posto più significativo perché sono tutti in qualche modo significativi e suggestivi.








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