2015-03-24 14:12:00

Congresso Usa vota per armi a Kiev. Nuova sfida a Mosca


Ucraina sempre più al centro di un difficile equilibrio internazionale all’indomani della risoluzione, votata a larghissima maggioranza dalla Camera dei rappresentanti Usa, che autorizza Washington a inviare “sistemi di difesa letali” a Kiev per tutelare la sovranità territoriale dall’aggressione russa. L’ultima parola spetta ora al presidente, Barack Obama. Ma quali le conseguenze rispetto alla soluzione diplomatica chiesta dall’Unione europea e alla stabilizzazione effettiva dell’Ucraina? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Arduino Paniccia, docente di Studi strategici all’Università di Trieste:

R. – Più che un’estensione del conflitto, che comunque è naturalmente sempre possibile nel momento in cui si cominciano a mandare armamenti e paracadutisti sul campo, si tratta di un radicamento della dottrina americana per la quale l’Ucraina deve comunque avere la possibilità di difendersi sostanzialmente ad armi pari. Ritengo che, ancora una volta, si stia giocando, certamente in una maniera molto pericolosa, ma più sul fronte della pressione che sulla decisione di andare veramente a un combattimento sul campo.

D. – Però, è anche vero che, se l’America cambia tattica, anche la Russia cambierà tattica, probabilmente con un approccio peggiore…

R. – Tuttavia, non mi sembra che vi sia, da entrambe le parti, una decisa volontà di andare al conflitto nucleare o a bombardamenti massicci… Diciamo che è una risposta all’armamento mandato dalla Federazione russa e il battaglione di paracadutisti è una risposta ai consiglieri russi inviati nell'est dell'Ucraina.

D. – Un botta e risposta che comunque alla lunga non può funzionare: ci allontana progressivamente dalla possibilità di dare all’Ucraina una identità, di riformarsi, di continuare anche sulla via europea…

R. – Questa sua osservazione è una osservazione molto vera: non credo che troveremo una soluzione a breve termine sulla vicenda dell’Ucraina, nonostante gli sforzi che continuerà a fare la Germania di creare dei tavolini insieme alla Francia, Paese che ha un problema di vendita di navi, di portaerei, alla Russia e quindi è coinvolta, ma in questo caso farebbe da terzo un po’ più neutro nei confronti degli Stati Uniti e della Federazione Russa. Nonostante gli eventuali sforzi dell’Unione Europea, io ritengo si sia aperta una fenditura a est dell’Unione difficilmente risanabile. Ritengo quindi che – non per i prossimi mesi ma forse per i prossimi anni – noi non riusciremo a ricucire. Quello che può più preoccupare, sul quale invece l’Unione Europea deve vegliare, è non solo che la deflagrazione in Ucraina non peggiori – e quindi allora sì, si arrivi all’uso delle armi letali – ma che in tutta l’area dell’est non parta la corsa al riarmo, che in qualche modo sottilmente gli Stati Uniti stanno sostenendo.

D. – Tramonterebbe dunque l’idea di una soluzione diplomatica, che resta comunque quella più auspicabile, tanto sostenuta dalla Germania?

R. – Il tavolino negoziale che vorremmo mettere in piedi è minato alla base dalla situazione della Germania. Il Paese è leader oggi in Europa, ma non se ne vuole assumere le responsabilità, non vuole perdere i mercati ad est, ma non vuole neanche inimicarsi gli americani. Non è sufficientemente neutro perché ha troppi interessi da una parte e dall’altra e quindi alla fine non riesce a portare a compimento l’operazione.E' la situazione in cui si trova oggi la Germania e sulla quale la Germania trascina l’Europa.








All the contents on this site are copyrighted ©.