2015-03-26 08:55:00

Vescovi Irlanda: rispettare libertà religiosa e di coscienza


Pregare per “un rinnovato impegno globale al rispetto della libertà religiosa e di coscienza”: questo l’appello lanciato, tramite una dichiarazione, dalla Conferenza episcopale irlandese. Nel documento, i presuli scrivono: “In tutto il mondo, il rifiuto della libertà religiosa e di coscienza è strettamente connesso alle violazioni di altri diritti umani. Le conseguenze di tutto ciò portano a conflitti violenti, morte, sfollamento coatto delle popolazioni, rapimento e sfruttamento delle donne e dei bambini”. Si tratta di “una vera crisi globale”, continuano i presuli, che “mette a rischio soprattutto le comunità più povere”. Di qui, l’esortazione alla comunità internazionale che “ha l’obbligo morale di difendere” le popolazioni da tali abusi, in particolare di fronte “ai coraggiosi esempi” di coloro che sacrificano la loro vita in nome della fede.

Libertà religiosa, diritto sancito dall’Onu
Ribadendo, poi, che “la libertà di coscienza e di religione è riconosciuta dalla Dichiarazione dell’Onu sui diritti umani e dalla Dottrina Sociale della Chiesa”, che la definisce “requisito inalienabile della dignità della persona umana”, i vescovi di Dublino affermano: “In Europa, si può contribuire agli sforzi globali per la costruzione della pace facendo sì che le politiche nazionali ed i rapporti internazionali diventino modelli virtuosi di rispetto della libertà di coscienza e di religione”. Ma tutto ciò, notano i presuli, richiede “un approccio che vada oltre la tolleranza ed includa i molti modi in cui la diversità di religioni e di culture arricchisce la società”.

Porre fine alle brutali persecuzioni dei cristiani
Richiamando, inoltre, la parole di Papa Francesco ed il suo appello a porre fine alla “brutale persecuzione” delle minoranze, in nome della religione, la Chiesa cattolica irlandese ricorda “tutti coloro che sono stati presi in ostaggio, o costretti a lasciare le loro case, e tutte le famiglie che hanno perso i loro cari”. “Preghiamo – conclude la nota – per la fine di queste sofferenze e per un rinnovato impegno globale per la libertà di coscienza e di religione”. (I.P.)








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