Ha destato vive reazioni in Kenya la proposta lanciata sul canale televisivo nazionale da un noto militante ateo di abolire l’ora di religione nelle scuole del Paese. Un’ipotesi “assurda, mal concepita e di cattivo gusto”. Così il presidente della Commissione per l’educazione della Conferenza episcopale keniana, mons. Muhatia Makumba, ha commentato la provocazione di Harrison Mumia, presidente degli Atei del Kenya.
Una società che allontana Dio è condannata
all’insuccesso
“Abolire l’insegnamento delle religione significa
negare l’importanza che ha Dio nella vita dei giovani e nella società”, afferma il
presule in una lettera, sottolineando che “una società che allontana Dio è condannata
all’insuccesso”. La missiva ricorda che la Costituzione keniana fa esplico riferimento
a Dio e “riconosce la libertà di coscienza e di credo, come il diritto di praticare
la loro religione e di insegnarla”.
L’educazione religiosa prepara gli studenti
alla vita adulta
E la scuola è il luogo privilegiato per trasmettere
valori e le credenze religiose di una società alle nuove generazioni: “L’educazione
religiosa – afferma Makumba – ha un ruolo fondamentale nella preparazione degli studenti
alla vita adulta, in quanto consente ai ragazzi di maturare come individui nelle loro
comunità e come cittadini in una società pluralistica e nella comunità globale”. Ecco
perché la Chiesa – conclude – insiste perché l’insegnamento della religione rimanga
in tutti gli istituti educativi del Kenya”. (A cura di Lisa Zengarini)
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