2015-03-27 08:25:00

Schianto Airbus, gesto folle del copilota


Andreas Lubitz, il copilota che ha provocato la tragedia del volo Germanwings, era stato giudicato sei anni fa in parte "non idoneo al volo" durante l'addestramento nella scuola di volo Lufthansa negli Usa. Nel 2009, infatti, gli fu diagnosticato "un grave episodio depressivo poi rientrato". Intanto le compagnie aeree da oggi cambiano le regole: mai più una sola persona in cabina. Il servizio da Parigi di Francesca Pierantozzi:

Il copilota ha voluto distruggere l’aereo, uccidere se stesso e le altre 149 persone a bordo. E’ questa la drammatica verità rivelata dalla scatola nera del volo 4U9525, che ha registrato tutte le conversazioni e i rumori all’interno della cabina di comando dell’Airbus Germanwings. Ieri è stato lo stesso procuratore di Marsiglia a raccontare quello che è successo ai familiari delle vittime, venuti a raccogliersi vicino al luogo del dramma: ha spiegato che circa mezz’ora dopo il decollo da Barcellona, il comandante è uscito cockpit, lasciando ai comandi il suo copilota, Andreas Lubitz, un tedesco di 28 anni. Rimasto solo il copilota ha bloccato l’ingresso alla cabina e ha fatto perdere quota all’aereo ad una velocità di un chilometro al minuto. Gli ultimi 8 minuti raccontano dei vani tentativi del comandante di rientrare nella cabina e il silenzio del secondo che non ha risposto a nessuno dei messaggi inviati dalla torre di controllo di Marsiglia. Fino allo schianto finale è rimasto silenzioso, ma in vita, come dimostra il rumore del suo respiro, sempre regolare. L’amministratore delegato di Lufthansa si è detto “inorridito e stupefatto” e ha ricordato i controlli severissimi cui sono sottoposti i piloti. Ignote per ora le cause del gesto, mentre sono in corso indagini di Andreas Lubitz e la sua famiglia. Per il momento non ci sono elementi per parlare di un atto di terrorismo. 

 

Sgomento in tutto il mondo per l’accaduto: il governo della Germania che paga il tributo più alto di vite umane, 75, parla di “crimine”. Sotto choc sono anche i piloti  che giudicano in modo positivo le nuove norme che prevedono sempre due persone in cabina, ma chiedono più controlli medici. Alessandro Guarasci ha sentito Riccardo Canestrari, del coordinamento piloti Anpac:

R. - Nel momento in cui qualcuno, all'interno della cabina di pilotaggio, decidesse di operare nello stesso modo in cui sembrerebbe aver operato il pilota in questione, certamente un'altra persona potrebbe consentire comunque l'apertura della porta in vari modi: aprendola fisicamente o impedendo alla persona che sta operando sull'impianto inibendone l'apertura.

D. - Il pilota aveva sofferto di depressione e poi aveva superato di nuovo tutti i test. Ma serve allora, a questo punto, qualche passaggio medico in più, secondo lei?

R. - In molti Paesi esistono dei gruppi, organizzati dalle compagnie aeree, che istituiscono delle Commissioni, che si chiamano “Pilot Advisor Group”, che sono degli ambienti – tra virgolette – protetti, nei quali esiste un responsabile che può gestire in modo anonimo alcune procedure, come quelle per cui se c’è un pilota che non si sente bene, che ha un problema, che ha avuto un evento traumatico familiare, che non si sente in condizioni di assolvere ai suoi compiti, può andare in modo anonimo, dirlo, senza avere la paura di avere problematiche in merito al suo posto di lavoro. Questa persona viene posta fuori dal servizio, senza dare spiegazioni ufficiali all’azienda, ma semplicemente perché ha bisogno di un supporto di qualsiasi genere, che sia esso medico o psicologico”.








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