2015-03-29 13:36:00

Oggi missione Ue a Kiev. Paniccia: Russia è interlocutore


A Kiev, domenica, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, con l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini. Nell'intervista di Roberta Barbi, il prof. Arduino Paniccia, direttore della Scuola di competizione economica internazionale di Venezia, traccia il quadro generale in cui s’inserisce questa visita:

R. – La collocherei in un accordo degli ultimi mesi sostanzialmente tra Stati Uniti ed Europa nel quale l’impegno degli americani è sostenere militarmente l’Ucraina, mentre l’impegno dell’Europa mi sembra più sul versante diplomatico, politico ed economico. Infatti, la scorsa settimana, sono arrivati i primi aiuti militari all’esercito ucraino. Questo poi non tiene conto dei primi investimenti diretti di società di armamenti Usa, che hanno già preso contatti molto stretti con alcuni complessi di produzione ucraini della difesa e militari, per sostituire tutte le armi russe di cui era ancora dotato l’esercito ucraino. Il messaggio è chiaro: gli americani non lasceranno più soli né Ucraina, né l’esercito ucraino. D’altro lato, l’Europa, con la Mogherini e Juncker, fa un atto formalmente interessante: co-presiede il Consiglio dei ministri dell’Ucraina. È la prima volta che succede, è un segnale diretto anch’esso alla federazione russa, in un Paese dove ormai il debito pubblico ha superato il 100 per cento del Pil e la moneta è stata svalutata di oltre l’80 per cento.

D. - L’Unione Europea preme su Kiev affinché prosegua sulla strada delle riforme della transizione democratica e sulla revisione della legge per le elezioni locali fissate per metà anno…

R. – Questo è l’obiettivo più difficile perché raggiungere un accordo con i filo-russi sulla vicenda di uno Stato federale e di elezioni che diano risultati sui quali costruire un tavolo negoziale è veramente l’operazione più difficile. Una parte forte delle popolazioni del Donbas sono assolutamente filo-russe e non hanno nessuna intenzione di cedere. L’Ucraina, quindi, dovrebbe comunque mettere in atto accordi che diano un’autonomia amplissima a queste regioni. La strada militare è una strada suicida, ma certamente l’Europa deve tener conto che non basta il sostegno economico: se bisogna proseguire con la trattativa diplomatica bisogna inesorabilmente, inevitabilmente, trattare con la Federazione russa.

D. – In questi giorni si parla meno del conflitto nel sud-est del Paese eppure continuano le violazioni della tregua stabilita dagli accordi di Minsk. Secondo l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), tra l’altro, l’80 per cento di queste violazioni è commessa dall’esercito di Kiev …

R. – L’esercito di Kiev, che ha subito comunque sconfitte, sta tentando di recuperare alcune posizioni che ha perduto e che vengono considerate importanti. Ormai abbiamo visto qual è la strategia dei filo-russi e dietro, ovviamente, dei russi che li appoggiano: spesso si fanno anche prendere posizioni sul campo non importanti, non determinanti, poi nel momento in cui si decide di nuovo di attaccare gli ucraini, la manovra viene fatta pesantemente e gli ucraini poi sono costretti a ritirarsi.

D. – Anche la situazione della popolazione è drammatica. La missione di monitoraggio dell’Osce ha definito catastrofica la situazione a Shirokine nella provincia di Donetsk ...

R. – Questo potrebbe essere uno dei punti sui quali battere per cominciare a risolvere la situazione. Dovrebbe di nuovo entrare in campo un’organizzazione terza, dobbiamo trovare l’interlocutore che si occupi del salvataggio delle vite e della situazione disperata degli abitanti. Le Nazioni Unite esistono per questo e io credo che un richiamo in tal senso andrebbe fatto.








All the contents on this site are copyrighted ©.