2015-03-30 14:32:00

Francia: vince la destra. Protesta antipolitica e scandali


“I francesi hanno sconfessato in modo massiccio la politica di Francois Hollande e del suo governo, senza appello”. Così l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, leader dell’alleanza di centrodestra ha commentato ieri sera il successo ottenuto alle elezioni amministrative: su 101 dipartimenti l’Ump, alleato con i centristi, ne ha conquistati 67 strappandone 28 alla sinistra, che ne ha mantenuti 34, solo uno preso agli avversari. Il Fronte nazionale di Le Pen non ha invece ottenuto alcun dipartimento ma un gran numero di consiglieri. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Jean Pierre Darnis, esperto dell’Istituto Affari Internazionali (Iai):

R. – E’ davvero una vittoria per Sarkozy, ma le analisi che lui mette in gioco non sono completamente valide. Certamente c’è una forma di protesta nei confronti del potere socialista – di medio termine – che fa sì che ci sia un crollo quasi fisiologico dei socialisti al potere e di questo la destra ne ha approfittato. Però stiamo attenti, perché se infine valutiamo l’elettorato che ha votato a destra, con il triangolare e anche con il Front National, il numero di votanti per la destra non è così alto… Però, il numero degli eletti, quello lo è.

D. – Come commentare, invece, il risultato in questo caso forse non proprio vittorioso del Front National di Le Pen?

R. – E’ un eccellente risultato, non vittorioso. Quindi in teoria perde, ma nel numero dei votanti rimane uno dei partiti più votati e resta sul territorio allo stesso livello delle ultime europee, quando era il primo partito votato in Francia. Quindi, ha dimostrato un suo radicamento fortissimo. Non si può, dunque, parlare di disfatta per il Front National, che non si muove e rimane lì.

D. – Che cosa potrà accadere nella politica francese in vista delle regionali di dicembre prossimo?

R. – Le regionali saranno un gioco un po’ complicato, perché lì ci sono diversi parametri sull’elezione dei presidenti alla regioni. Però il fatto che il Front National non abbia vinto alcun dipartimento dovrebbe semplificare la partita che si annunciava un po’ più complicata. Quindi, lì la destra se la dovrebbe cavare abbastanza facilmente.

D. – La partita, secondo lei, resta aperta in vista delle elezioni presidenziali?

R. – Sì, la vera partita è quella del 2017, quindi fra due anni. Resta aperta fra tre fronti: il Front National, l’Ump con i centristi; e il Partito socialista. E sono tutti, più o meno, allo stesso livello. Anzi, il Front National potrebbe forse essere un po’ più in alto degli altri. E lì, con il maggioritario a doppio turno come è quello francese, sarà una partita che potrebbe essere anche un gioco al massacro.

D. – Visto il risultato dal punto di vista dell’elettorato francese, quali sono le urgenze? Che cosa si aspettano i francesi dalla politica in questo momento?

R. – Credo che molti francesi abbiano un sentimento di antipolitica che assomiglia moltissimo a ciò che si è visto anche in Italia: mi riferisco alla Lega di un po’ di anni fa e al Movimento 5 Stelle molto recente. Quindi, una antipolitica, una ricerca di risposte, di uno stile diverso, più trasparente, meno sgargiante, meno monarchico. Dopodiché, ci sono le riforme e c’è la crisi economica… E se l’economia magari riparte, forse tutto questo andrà meglio. Ma il fenomeno dell’antipolitica è il desiderio di avere un governo più trasparente, che dia delle risposte, che siano anche simboliche. Cosa, questa che è stata capita molto in Italia, anche da Matteo Renzi, che secondo me è molto forte. Devo dire che fino a oggi i politici francesi non hanno mostrato una grande lungimiranza da questo punto di vista.

D. – Un’altra domanda: gli scandali privati del presidente Hollande, secondo lei, hanno contato?

R. – Sì, quelli hanno contato; come hanno contato anche quelli di Sarkozy precedentemente. L’elettorato tradizionale, anche cattolico, non guarda di buon occhio queste leggerezze o ‘lenzuolate’… E non dimentichiamo che l’ultima campagna elettorale è stata macchiata dal caso Strauss-Kahn. Tutto questo contribuisce a una sorta di protesta della gente nei confronti di politici che vogliono il potere, ma che moralmente non sembrano ineccepibili.








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