2015-03-30 08:07:00

Giappone. Sinodo di Nagasaki: rilanciare educazione alla fede


Una forte esortazione a rilanciare l’educazione alla fede, per dare nuova linfa alla Chiesa di Nagasaki: è questo il nucleo del documento finale del Sinodo diocesano della città giapponese, pubblicato in questi giorni. Intitolato “Torniamo alla casa del Padre!”, il testo è frutto della prima Assemblea episcopale diocesana svoltasi nel 2014, nell’arco di quattro incontri, ed è stato approvato all’inizio del 2015 dall’arcivescovo di Nagasaki, mons. Joseph Mitsuaki Takami. A metà marzo, poi, si è provveduto alla sua promulgazione, in coincidenza con le celebrazioni per il 150.mo anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti del Giappone”.

L’importanza della trasmissione della fede in famiglia
“L’appassimento e l’indebolimento della Chiesa di Nagasaki – si legge nel testo – è qualcosa che la comunità cattolica riconosce con dolore, rimorso e profondo senso di crisi”. Nell’arco di trent’anni, infatti, i fedeli locali sono passati da 75mila a 62mila unità e dei 267 matrimoni celebrati nel 2013, solo 44 sono stati quelli cattolici. Il risultato, afferma padre Mamoru Yamawaki, presidente del Comitato centrale del Sinodo, è che “nella maggior parte delle famiglie, spesso solo una persona è cattolica. E tante volte i bambini non sanno come pregare o partecipare alla Messa”. Per questo, aggiunge padre Yamawaki, “il focus principale del Sinodo è passato dal conservare la fede come famiglia al vivere la fede come individui”.

Prendersi cura di chi si è allontanato dalla Chiesa
Altro punto centrale della discussione sinodale è stato quello della “cura per le persone che si sono allontanate dalla Chiesa”, anche a causa di “parole od azioni di vescovi, sacerdoti e responsabili laici”, i quali hanno alimentato, in alcuni fedeli, la sensazione di “non essere benvenuti all’interno della comunità cattolica”. Inoltre, “il numero dei divorzi è salito, la povertà è aumentata: queste ed altre ragioni – spiega ancora padre Yamawaki – hanno allontanato i fedeli dalla Chiesa. E spesso in essa alcune persone hanno trovato solo sguardi giudicanti, come quello del fratello del figliol prodigo”, descritto nel Vangelo di Luca.

Occorre nutrimento spirituale per una vera conversione interiore
Per contrastare questa tendenza dei fedeli ad allontanarsi dalla Chiesa, quindi, il documento finale del Sinodo diocesano propone tre raccomandazioni: un maggiore “nutrimento spirituale” per sacerdoti, religiosi e laici affinché raggiungano “una vera conversione interiore”; “una rinnovata enfasi sull’educazione alla fede ed alla preghiera attraverso la formazione dei catechisti e le vocazioni sacerdotali e religiose”; infine, “la determinazione collettiva, come comunità, a prendersi cura del prossimo sofferente, nella società”. “È tempo che la Chiesa – conclude padre Yamawaki – mostri in modo concreto il suo impegno nel raggiungere questi obiettivi”. (I.P.)








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